Un miliardo e 190 milioni. E' questo il valore del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 per l' Emilia Romagna, presentato venerdì scorso in Regione dal presidente Stefano Bonaccini e dall'assessore regionale Simona Caselli. La dotazione finanziaria è fra le più alte delle ultime programmazioni e tra tutte le Regioni del Nord Italia. Comprensibile la soddisfazione dei vertici regionali.

E' una grande opportunità – ha ricordato Bonaccini – e nell'anno dell'Expo questo Psr vale doppio. La priorità assoluta per noi è il lavoro: agricoltura, agroindustria, e agroalimentare sono filiere che, se opportunamente sostenute, potranno creare nuova e buona occupazione nei prossimi anni”.

Questo Psr è un importante strumento di sviluppo – gli ha fatto eco l'assessore Caselli – produrrà investimenti per circa 2 miliardi di euro. La nostra scelta strategica è la qualità: siamo la regione con il più alto numero di prodotti Dop e Igp, la maggiore biodiversità e la più estesa concentrazione di agricoltura biologica. Tra i nostri obiettivi c'è la competitività e l'internazionalizzazione delle imprese, l'innovazione e il rafforzamento delle filiere”.
Già fra un mese potrebbero partire alcuni bandi. “Entro giugno possono arrivare quelli per le indennità compensative per le aziende agricole che operano in zone svantaggiate e per i giovani in fase di lancio di una nuova impresa agricola – ha continuato la Caselli – gli under 40 avranno una priorità traversale in tutte le misure”.

Punte di diamante del nuovo Psr c'è il premio fino a 50mila euro per i giovani che aprono un'impresa agricola, lo stop al consumo di suolo di terreno agricolo con 230 mila ettari destinati a biologico e lotta integrata, e 500 milioni di euro per 5mila progetti di investimento per sostenere le imprese in agricoltura. Andando ad analizzare il piano più approfonditamente, rispetto alla Pac (2007-2013) si registra un aumento della spesa pubblica di 131 milioni di euro, e di 100 milioni sul cofinanziamento regionale.

La Regione raddoppia così le risorse del proprio bilancio per i prossimi sette anni. Sul tema dei finanziamenti alle imprese agricole, oltre il 43% del totale, pari a più di 515 milioni di euro, è destinato a sostenere la competitività delle imprese, con l'obiettivo di puntare a una stabilizzazione e crescita della redditività. In totale la spesa totale pubblico-privato nei prossimi sette anni potrà superare i 972 milioni di euro. Gli investimenti principali sono da intendersi nell'ambito dell'ammodernamento dei processi produttivi, il sostegno alle produzioni di qualità e la diversificazione dell'attività agricola.

Un altro pilastro fondamentale è l'ambiente. Ad esso sono destinati 509,3 milioni di euro, quasi il 43% del Psr, per un totale di mille progetti di investimento. Risorse importanti per ridurre l'impatto delle attività agricole, tutelare gli habitat naturali, la biodiversità, il paesaggio, incrementare la fertilità dei suolo, prevenire il dissesto idrogeologico e contrastare la perdita di terreno fertile. Su 230mila ettari saranno promosse buone pratica ambientali, accrescendo biologico e lotta integrati. Sono previsti poi interventi su 6mila ettari di superficie forestale.

Importante poi il capitolo dello sviluppo locale, che assorbirà 139,8 milioni di euro, ovvero l'11,7% del totale. Fra i vari interventi, il programma Leader, ovvero il piano per promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree rurali più fragili gestiti dai Gal, forme di partenariato miste pubblico-privato, è finanziato con 66,4 milioni di euro. L'implementazione della banda larga e ultralarga, nelle aree rurali e appeniniche, avrà a disposizione fondi per 51,5 milioni di euro. Il Psr, insomma, ha un occhio di riguardo per la montagna e le aree svantaggiate, che assorbiranno quasi il 38% di tutte le risorse, priorità trasversale, visto l'importante sfida del mantenimento dei campi in montagna per prevenire il dissesto idrogeolico.

Infine, 93 milioni di euro vanno ad interventi di formazione e informazione, sostengo e attività di consulenza alle imprese agricole, mentre 24,8 milioni sono per l'attuazione del programma, allo sviluppo di software e azioni di monitoraggio e valutazione. “E' un importante risultato frutto del lavoro di squadra tra l'assessorato regionale all'agricoltura e la Consulta agricola – commenta con soddisfazione Agrinsieme – ora bisogna proseguire insieme anche nella definizione dei bandi: le aziende non possono più aspettare e chiedono con urgenza misure volte a generare reddito e nuova occupazione. Auspichiamo che le modalità di accesso alle risorse siano veloci e snelle nell'ottica di una semplificazione”.