Confermato per acclamazione. Così Paolo De Castro è stato rieletto alla presidenza della commissione Agricoltura del Parlamento europeo per la prossima legislatura, sino al 2014. Per acclamazione, dunque, come a sottolineare l'apprezzamento del quale De Castro gode per l'ottimo lavoro sin qui svolto. Merito della sua indiscussa preparazione in campo agricolo (non per nulla è docente di economia agraria all'Ateneo bolognese) e del suo brillante percorso politico (milita nelle file del PD) che lo ha portato per due volte sullo scranno di via XX Settembre a Roma, nelle vesti di ministro dell'Agricoltura. Assai apprezzato anche in quelle occasioni.

 

Un impegno per l'agricoltura

De Castro potrà continuare ora nel suo impegno a favore degli agricoltori e dei cittadini europei, come lui stesso ha dichiarato subito dopo la sua rielezione. Un compito divenuto più impegnativo all'indomani del trattato di Lisbona e con l'avvio della codecisione, che di fatto ha equiparato il ruolo del Parlamento a quello del Consiglio. I primi importanti risultati già si sono visti con le nuove norme sull'etichettatura degli alimenti o con l'introduzione nel “pacchetto latte” della possibilità per i Consorzi di tutela di governare i livelli produttivi, cosa sino a ieri impedita dalle norme sulla concorrenza. Sono solo alcuni esempi, ma il lavoro da fare è ancora molto, a iniziare dalla riforma della Pac della quale tanto si è parlato e che minaccia di ridurre sensibilmente l'entità dei sostegni comunitari destinati all'agricoltura italiana. A quanto pare la riforma slitterà in avanti e ci sarà più tempo per trovare un migliore equilibrio nella distribuzione delle risorse comunitarie.

 

Una riforma da rivedere

Dalla riforma della Pac, ha affermato De Castro in una recente intervista, ci si attendono poi aiuti alle imprese e alle organizzazioni dei produttori. Per affrontare le crisi occorrono nuovi strumenti come i fondi di stoccaggio e i fondi mutualistici, che però non sono presenti nella riforma tratteggiata dal Commissario Dacian Ciolos. Poi la necessità di armonizzare a livello europeo tempi e modi dei pagamenti, pensando in particolare ai rapporti con la grande distribuzione. E nessuno nutre dubbi che su questo fronte, e sugli altri ancora aperti, vedremo impegnato De Castro nei prossimi mesi. Come pure lo vedremo spendersi nella più difficile e complicata lotta alla sburocratizzazione, all'insegna di una riforma Pac che abbia nella semplificazione il suo faro di riferimento.

 

Il futuro è già iniziato

Il tutto guardando ad un futuro che è già iniziato con nuove sfide epocali, come il passaggio dalla stagione delle eccedenze produttive a quello della scarsità di derrate alimentari. La volatilità delle commodity agricole ne è un segnale. Dunque una Pac che guardi al futuro più che al passato. E non sarà né facile né semplice. Non resta che augurare buon lavoro a De Castro, un augurio che gli giunge, insieme alle felicitazioni, da parte di tutto il mondo agricolo italiano, dalle Organizzazioni professionali al mondo cooperativo, passando per quello politico e delle associazioni. Non una voce fuori dal coro.