Emergenza E. Coli: tutta colpa del cetriolo? Forse no. Dalle analisi condotte in Germania, gli agenti patogeni che sono stati trovati sui 'cetrioli killer' - e che hanno causato sinora quattordici morti e molti intossicati nel Nord Europa - non saebbero compatibili con quelli ritrovati nelle feci di alcuni degli infetti.
Si tratterebbe invece di agenti appartenenti al sierogruppo E. Coli Vtec 0104. E ora, la Spagna chiede all’Ueuropea un procedimento nei confronti del governo tedesco.
Intanto, sul fronte dei mercati, a risentire dell'allarme cetriolo non sono i colleghi spagnoli: anche in Italia l'export di frutta e verdura è crolalto.
Della questione si è occupato il Consiglio informale Agricoltura organizzato dalla presidenza ungherese, sostanzialmente stravolto a causa dell''affaire cetrioli'.
Il commissario all'Agricoltura Dacian Ciolos ha chiesto agli Stati membri di "non lanciare accuse" sull'origine dell'intossicazione, come ha fatto la Germania puntando l'indice contro cetrioli importati dalla Spagna e causando il crollo delle importazioni di ortofrutta fresca da quel Paese, quando ancora non si conoscevano i risultati delle analisi che si stanno effettuando per determinare la causa della contaminazione. Bruxelles prevede che gli esiti dei test saranno noti al massimo domani e aggiunge anche che non c'è necessità di bloccare le importazioni perché è tutto sotto controllo e servono approfondimenti sulle cause del contagio.
Ciolos ha messo in guardia contro "l'importante rischio di ripercussioni economiche" per il settore agricolo ed ha chiesto prudenza per evitare di creare allarmi ingiustificati. Circa possibili aiuti al settore colpito, Ciolos ha chiarito che si metteranno in campo tutti gli strumenti di cui dispone l'Unione Europea, pur sottolineando che le misure che può adottare Bruxelles in casi di questo tipo sono "limitate".
Secondo quanto riferisce l'agenzia Europapress, una mezza dozzina di Stati membri, tra cui Germania, Belgio e Austria, hanno deciso di ritirare dai propri mercato i cetrioli ed altri ortaggi importati dalla Spagna per timore che siano all'origine della contaminazione. Anche la Russia ha deciso la chiusura totale del suo mercato. Nel frattempo, il ministro dell'Agricoltura spagnolo Rosa Aguilar Rivero ha reso noto che le prime analisi tedesche scagionano i cetrioli spagnoli, ha ipotizzato una richiesta di risarcimento danni nei confronti della Germania ed ha chiesto che l'Unione europea intervenga a sostegno dei produttori spagnoli.
Nella ridda delle ipotesi che si susseguono sulla provenienza del batterio killer, era stata indicata come possibile zona di provenienza anche la Danimarca. Ipotesi immediatamente smentita dalle analisi condotte lo scorso fine settimana dalla Dfva (Danish food and veterinary authorities), che hanno escluso la presenza di ogni traccia del batterio dai cetrioli analizzati.
"Non è quindi possibile che i cetrioli danesi siano all'origine dell'epidemia di E. coli che ha colpito anche la Danimarca stessa - ha fatto sapere il ministero danese per l'Agricoltura, l'alimentazione e la pesca - La Dfva mantiene l'allarme sui cetrioli, i pomodori e la lattuga provenienti dal nord della Germania e sui cetrioli spagnoli".
Intanto in Italia si guarda con preoccupazione agli sviluppi della situazione nel Nord Europa ma, ancora con maggiore preoccupazione, al mercato interno dell'ortofrutta fresca. In seguito alle notizie proveniente dai Paesi del Nord Europa il consumo si è ridotto e a pagare le conseguenze della situazione sono i produttori, soprattutto del settore orticolo.
"A rendere complessa la situazione c’è anche il calo dei consumi nazionali (tra il 5 e l’8 per cento). In pochi giorni il danno ha superato abbondantemente i 20 milioni di euro. Ecco perché occorrono al più presto interventi concreti di sostegno per un settore in evidente crisi". E’ quanto sollecita la Cia - Confederazione italiana agricoltori che chiede l’immediata apertura di un Tavolo presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per affrontare l’emergenza.
"Le notizie confuse che giungono dall’Europa, l’amplificazione mediatica della vicenda che ha messo ingiustamente sotto accusa soprattutto cetrioli e la mancanza di un’informazione chiara si stanno rivelando - sottolinea la Cia - devastanti per il settore".
La Cia sottolinea che in Italia "i controlli sono rigidi e funzionano. Le nostre produzioni di verdure e ortaggi sono sicure e facilmente riconoscibili dall'etichetta di origine, che per il settore dell'ortofrutta è obbligatoria per legge".
Si unisce alla Cia anche Franco Manzato, assessore all'agricoltura del Veneto: "I consumatori cerchino i prodotti nostrani e li gustino con la massima tranquillità: sono supercontrollati".
Niente dubbi dunque sulla qualità dell'ortofrutta delle filiere nazionali: Manzato l'ha dimostrato personalmente martedì 31 maggio al Mercato agroalimentare di Padova assaggiando un improvvisato piatto di cetrioli a Km 0. Compagni d'insalata, il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il direttore generale dell'Ulss 16 di Padova Fortunato Rao, il presidente del Maap Franco Frigo e i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, che hanno voluto testimoniare direttamente la sicurezza e le modalità di controllo dei prodotti regionali italiani.
"Anche questa volta come in molte, troppe occasioni in passato – ha ricordato Manzato – il problema viene da fuori confine" ma ha anche sottolineato che "non possiamo, anche in questa tragica occasione, pagare e far pagare ai nostri agricoltori colpe altrui. I nostri prodotti sono stracontrollati, le filiere sono in ordine".
"Made in Veneto e Made in Italy - ha concluso Manzato - non sono slogan pubblicitari, ma rappresentano una garanzia".