Il 2009 si è portato via una bella fetta del reddito degli agricoltori. Colpa della flessione dei prezzi all'origine che si è trascinata dietro una caduta della produzione, più o meno significativa a seconda dei diversi settori. Una crisi, questa dell'agricoltura, che ha coinvolto salvo rare eccezioni tutti i paesi della Ue e l'Italia è fra i più penalizzati. Lo dicono i numeri diffusi da Eurostat, l'istituto europeo di analisi statistiche, che a proposito dell'agricoltura indica con un -12,2% la caduta del reddito nei 27 paesi europei. Da questo dato medio si discosta l'Italia, dove il reddito degli agricoltori è precipitato del 25,3%. Peggio di noi solo l'Ungheria (- 35,6%) mentre all'opposto troviamo il Regno Unito che in controtendenza fa segnare per i suoi agricoltori un aumento del reddito del 14,3%. Insomma, la crisi non è uguale per tutti...

 

Colpa dei prezzi

Responsabile di questa caduta del reddito è l'andamento dei mercati con prezzi in flessione su tutte le produzioni agricole il cui valore, riferisce sempre Eurostat, è calato complessivamente del 10,9% coinvolgendo in misura maggiore le produzioni vegetali (- 13,2%) rispetto a quelle animali (- 9,7%). Qualche dettaglio sulla caduta dei prezzi nei diversi settori aiuta a comprendere la profondità di questa crisi. Nel settore delle produzioni vegetali emerge il dato negativo dei cereali con prezzi scesi del 27,5%. A seguire troviamo le colture industriali con un meno 15,6% e poi l'olio d'oliva con meno 14,7%. Chiude questa graduatoria in negativo il settore frutticolo con un meno 12,3%. Prezzi in calo e conseguente  riduzione delle produzioni che per l'olio d'oliva sono calate dell'8,9% e del 4,9% per i cereali. Minori produzioni che hanno contribuito a far precipitare verso il basso il valore complessivo di questi settori.

 

Non è andata meglio per il comparto zootecnico. Il prezzo del latte è calato del 20,3%, le carni suine sono scese del 4,2% e quelle bovine dell' 1,8%. Stabili invece le produzioni, con l'eccezione delle carni bovine che si sono ridotte del 2,9%.
L'esame dei costi di produzione parla di una sensibile diminuzione, in parte legata alla riduzione delle produzioni e non solo ad un reale calo dei costi. Le stime di Eurostat evidenziano una flessione del prezzo dei mangimi (-14,1%) e dell'energia (-12,5%), mentre la diminuzione dei costi per i fertilizzanti (-14%) è legata alla flessione degli impieghi.
 
I numeri dell'Italia
Già si è fatto cenno alla difficile situazione dell'agricoltura italiana, confermata dalle analisi di Ismea sull'andamento dei primi nove mesi del 2009. Impietose le cifre che indicano un crollo del valore aggiunto delle produzioni agricole pari al 5%. Un risultato sul quale hanno pesato la caduta dei prezzi all'origine (-12,4%) e la flessione delle produzioni agricole (-3,2%). Più in dettaglio, la crisi ha colpito con più insistenza il comparto vegetale la cui produzione è calata del 4,3%, mentre il settore zootecnico si è fermato a quota – 1,2%. Le maggiori cadute produttive si registrano per il frumento (-25,7%) e per il mais (-21,8%).  E mentre la parte iniziale della filiera agricola (cioè la produzione) è in forte sofferenza, le altre componenti della stessa filiera (trasformazione e distribuzione) godono di miglior salute grazie a prezzi costanti o persino in aumento. Emblematico il caso della pasta, con l'intervento dell'Antitrust e le multe nei confronti dei produttori. Se già in passato la catena del valore nelle produzioni agroalimentari penalizzava la componente agricola, questo squilibrio si è fatto ora ancor più evidente. Un ulteriore prova, semmai ve ne fosse bisogno, della fragilità strutturale della nostra agricoltura.
 
Variazione percentuale del reddito agricolo e dei prezzi  di alcuni prodotti in Italia e nella Ue (Fonti: Eurostat, Ismea, Coldiretti)
 
Ue
Italia
Reddito agricolo
-12,2
-25,3
Cereali
-27,5
-28,2
Frutta
-12,3
-13,4
Latte
-20,3
-11,4
Olio
-14,7
-13,2