Ed è proprio con l'intenzione di "dare i numeri" che ProCross, il programma di crossbreeding sviluppato da Coopex Montbéliarde e VikingGenetics ha commissionato a Leslie B. Hansen, genetista della Minnesota University specializzato in bestiame da latte, uno studio per confrontare le performance di Holstein in purezza, rispetto a soggetti incrociati.
Les Hansen, una vita fra le vacche, come ricercatore e anche come giudice dei concorsi di razza della Holstein
Un lavoro su basi scientifiche che Hansen ha condotto su 123 vacche in prima lattazione (63 ProCross e 60 Frisone) e su 80 vacche in seconda e terza lattazione (43 ProCross e 60 Frisone). Stesso unifeed per tutte e un'ampia rilevazione di dati durante la sperimentazione, che ha preso in considerazione peso corporeo, altezza, Bcs, produzione di latte, consumo di sostanza secca e altri parametri.
Les Hansen ha voluto concentrarsi sull'efficienza delle mandrie in regime di crossbreeding nel convertire la razione in latte e i risultati sono stati più che interessanti (Tabella 2). Certo, la Holstein in purezza ha prodotto più latte, ma se si vanno a guardare grasso e proteina i quantitativi sono gli stessi. Il latte delle vacche frutto di incrocio ha quindi meno acqua e, percentualmente più sostanza "vendibile". Sul fronte della forma fisica le figlie del crossbreeding sono più "chubby", per dirla con Les Hansen, cioè più paffutelle, meno spigolose ed alte, aspetti che forse non piaceranno all'occhio degli amanti delle vacche da "Formula 1", ma che sotto il profilo della fertilità e della salute, ricorda il docente statunitense, hanno effetti positivi. La Holstein ideale per Les Hansen? Più piccola e rotondetta rispetto a quella attuale.
Per testimoniarlo ProCross ha invitato nelle campagne di Lisbona un gruppo di allevatori provenienti da tutta Europa per visitare due stalle dove l'incrocio a tre vie ProCross viene utilizzato con successo.
Al Casal de Quintanelas (370 vacche) si è iniziato ad adottare lo schema ProCross nel 2007 e oggi il costo dei trattamenti è sceso dai 58 euro del 2010 ai 31 del 2017. Per la sola spesa relativa agli antibiotici il calo è stato del 65%. Ma sotto il profilo riproduttivo il calving index, di 450 di quando si usavano le razze pure, oggi è sceso a 365.
Un soggetto della mandria allevata al Casal de Quintanelas
Situazione simile alla Agroleite e Canha della famiglia Duarte (1.400 vacche) dove il latte viene destinato alla produzione del formaggio Montiqueijo: meno mastiti, vacche più longeve, recupero della fertilità e maggiore salute animale. Poi ognuno la pensa come vuole, ci mancherebbe. Ma sarebbe ora che anche in Italia si affrontasse l'argomento in maniera organica, con dati alla mano per suffragare le tesi di chi commercialmente propone questi schemi riproduttivi o smentirle argomentando i risultati delle prove, ponendo fine alla partigianeria.
Anche alla Agroleite e Canha la mandria è multietnica
"Negli Usa - dice Les Hansen - il 90% delle stalle produce latte e solo il 10% è iscritto al Libro genealogico. Non stupisce quindi che il crossbreeding venga vissuto senza troppe conflittualità. Il problema è produrre latte con la massima efficienza possibile, ben consapevoli che con il mercato attuale i centesimi fanno la differenza. L'incrocio a tre vie proposto da ProCross ci consente di prendere il meglio delle tre razze utilizzate. La Holstein garantisce ottime produzioni, la Viking Red porta fertilità e salute, mentre la Montbéliarde ci garantisce il giusto body condition score".
Nessun trucco, solo il caro, vecchio vigore ibrido che torna a galla.
La stalla della famiglia Duarte alimenta il caseificio del gruppo Montiqueijo