La zootecnia italiana esce da un anno difficile ed è decisa ad affrontare la sfida del 2010 mettendo in campo tutte le sue risorse, da giocare su due tavoli. Uno di questi è all'interno degli allevamenti, puntando sull'innovazione e sul miglioramento delle prestazioni delle aziende, l'altro è all'esterno ed è rappresentato dal mercato. Un mercato che richiede maggiore protagonismo e l'utilizzo di tutte le leve che il made in Italy mette a disposizione. Due linee d'azione indispensabili a riportare gli allevamenti in condizione di produrre reddito ed evitare così la chiusura. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni dell'annuale incontro dell'Associazione italiana allevatori (Aia), tradizionale occasione per fare il punto sulla situazione e per tracciare le linee delle iniziative future. Il presidente di Aia, Nino Andena, nel tratteggiare il difficile scenario della nostra zootecnia, ha puntato il dito sullo squilibrio nella catena del valore delle produzioni agricole, dove solo il 25% rimane nelle tasche degli allevatori, contro il 40% appannaggio dell'industria e il 35% drenato dalla grande distribuzione. Una situazione che va modificata utilizzando vari strumenti, a iniziare dalla valorizzazione del  “made in Italy” che potrebbe avere ben più ampi spazi di mercato, ha evidenziato Andena, se si togliessero dal mercato le mozzarelle prodotte con cagliate lituane o i formaggi spacciati per nostrani.

 

Le esperienze con Metro

E' in questo percorso che si colloca “Italialleva”, la piattaforma voluta da Aia per garantire l'origine italiana dei prodotti di origine animale. Un progetto che è già stato sperimentato con successo attraverso l'intesa siglata nel 2008 con il gruppo Metro, catena per la vendita all'ingrosso, nel cui circuito il marchio Italialleva ha dato dimostrazione della sua validità. Nei 48 punti vendita di Metro i prodotti targati Italialleva (carni, latticini e uova) hanno generato un fatturato di 28 milioni di euro, con buone prospettive di crescita. Una dimostrazione delle possibilità che il mercato può ancora offrire purché ci si rivolga ad esso come protagonisti e non in posizione subalterna. Difficile da mettere in pratica, ma non impossibile, come le esperienze hanno dimostrato.

 

Prima di tutto efficienza

Altro fronte sul quale lavorare è quello interno degli allevamenti, puntando al miglioramento dell'efficienza, che si traduce in una riduzione dei costi e in ultima analisi in una maggiore forza competitiva. Va in questa direzione, ha ricordato Andena, il “piano longevità” messo a punto da Aia, orientato a favorire una maggiore permanenza in produttività degli animali, riducendo la quota di rimonta (in pratica il “turnover nelle stalle). In questo modo si migliora l'efficienza e si riducono i costi, con una ricaduta positiva anche sul benessere animale e sulla sostenibilità delle produzioni. Agli strumenti che Aia già mette a disposizione degli allevatori, specie sotto il profilo genetico, si aggiunge ora il “sistema di allerta”, già in avanzata fase progettuale. Grazie ad una serie di parametri aziendali tenuti costantemente sotto controllo, il “sistema” ora allo studio permette di evidenziare le aree di criticità del ciclo produttivo, offrendo così la possibilità di intervenire sui problemi con tempestività.

 

Verso la riorganizzazione

Dopo aver pensato agli allevamenti, l''associazione degli allevatori sembra proprio intenzionata a rimettere ordine anche in “casa propria” con una nuova formulazione della sua struttura che passa attraverso un ripensamento delle rappresentanze regionali (le associazioni regionali degli allevatori, Ara) e di quelle provinciali (Apa). Il presupposto, ha ricordato Andena, è quello di migliorare anche in questo caso l'efficienza, ma senza perdere l'indispensabile presidio del territorio.
“Su queste basi, ha detto Andena in conclusione, guardiamo al 2010 con ottimismo, pur consapevoli che i nostri allevatori dovranno confrontarsi con un mercato sempre più selettivo. Una sfida che non ci spaventa, perché Aia e i suoi associati hanno le carte in regola per essere i protagonisti della scena alimentare

 

Il Mipaaf ha detto sì

Un ottimismo al quale contribuisce la conferma che il ministero dell'Agricoltura continuerà a sotenere le attività dell'associazione degli allevatori per la valorizzazione dei prodotti di origine italiana e in particolare quelle che si realizzano con il marchio Italialleva. L'annuncio è arrivato a nome del ministro Zaia  dal capo dipartimento del Mipaaf, Giuseppe Nezzo,  intervenuto all'assemblea dell'Aia. Un impegno che mitiga gli effetti negativi della diminuzione degli stanziamenti per le attivita’ istituzionali dell’Aia, come la tenuta dei libri genealogici. In compenso è arrivata la rassicurazione da parte di Nezzo che saranno mantenute invariate, nel 2010, le erogazioni derivanti dalla legge poliennale di spesa 499/1999.