Continua a crescere più che proporzionalmente l'import rispetto all'export della bilancia commerciale cerealicola italiana, tanto che, segnala l'Anacer, nel primo bimestre 2023, rispetto allo stesso periodo 2022, vi è stato un esborso in valuta di 1.733 milioni di euro rispetto ai 1.372 del 2022, contro una lieve crescita degli introiti commerciali dall'estero, 970 milioni nel gennaio-febbraio 2023 rispetto agli 896 del 2022.

 

Secondo quindi le stime, il deficit netto nei primi due mesi dell'anno si è attestato sui 763 milioni, rispetto ai 475 dello stesso periodo 2022. Si tratta di un notevole peggioramento per la bilancia commerciale, dato dal fatto che l'aumento del valore dell'import è in doppia cifra (+26%), propiziato da un +6% nelle quantità (+211mila tonnellate), mentre sul fronte delle esportazioni vediamo un +8% in valore e -18% in quantità (con una riduzione di 157mila tonnellate).

 

Focalizzando l'attenzione sull'import, cresce l'arrivo di grano duro (+248mila tonnellate) e mais (+8mila tonnellate), mentre scendono grano tenero (-74mila tonnellate), orzo (-29.800 tonnellate) e avena (-2.300 tonnellate). Aumenta fortemente l'import di farine proteiche vegetali (+107mila tonnellate), mentre scendono semi e frutti oleosi (-24mila tonnellate) e prodotti trasformati (-32mila tonnellate).

 

Sul fronte delle esportazioni, calo per i cereali in granella (-135mila tonnellate) e prodotti trasformati (-27mila tonnellate), mentre aumenta l'export di semola di grano duro (+45%), mangimi a base cereali (+7%), pasta (+1%) e farina di grano tenero (+3%).