Sprofonda oltre i 3,7 miliardi di euro il deficit della bilancia commerciale cerealicola italiana, in forte peggioramento rispetto ai 2,4 miliardi dello stesso periodo 2021, da gennaio a novembre. Continua il trend già visto nei mesi precedenti del 2022, con una crescita dell'import più forte rispetto al pur vivace export.

 

Nel periodo gennaio-novembre 2022 le importazioni sono aumentate per il granturco (+1,6 milioni di tonnellate), oltre al grano tenero (+108mila tonnellate), orzo (+51mila tonnellate) e altri cereali (+60mila tonnellate). Calano le importazioni di grano duro di 555mila tonnellate, in calo per 772mila tonnellate sui mercati terzi e in crescita di 217mila tonnellate dai Paesi dell'Unione Europea. Forte crescita del riso (+178mila tonnellate, +82%). Scendono gli arrivi di semi e frutti oleosi, in calo dell'8,2% nelle quantità (-216mila tonnellate) ma in crescita nei valori (+250 milioni di euro).

 

Forte crescita dell'import anche per le farine proteiche vegetali, soprattutto dal punto di vista del valore (+35,7%, pari a +277,4 milioni di euro), un po' meno per le quantità (+6,7%, +148mila tonnellate).

 

Sul fronte delle esportazioni, nei primi undici mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo 2021, le quantità esportate sono cresciute di 336mila tonnellate, pari al +8%, oltre che nei valori (+1382,2 milioni di euro, pari a +36%), rispetto allo stesso periodo 2021. L'incremento maggiore lo si deve ai cereali in granella (+168mila tonnellate per il grano duro, -41mila tonnellate di grano tenero), e alle paste alimentari (+131mila tonnellate, per un controvalore di 755 milioni di euro di valore in più esportato).

 

Crescono le vendite all'estero di farina di grano tenero (+40mila tonnellate), mangimi a base di cereali (+27.400 tonnellate) e riso (15.300 tonnellate). Calano le vendite relative alla semola di grano duro (+10mila tonnellate), rispetto allo stesso periodo 2021 (-8,8%).