La siccità è un problema per la coltivazione del grano in molte parti del mondo.

 

Per cercare delle soluzioni possibili per ridurre l'impatto della mancanza d'acqua su questa coltura, un gruppo di ricercatori cinesi e pakistani ha valutato gli effetti dell'ossido di zinco (formula chimica ZnO) sulle piante, pubblicando recentemente i risultati sulla rivista scientifica Plant Physiology and Biochemistry.

 

La scelta di provare l'ossido di zinco è stata fatta perché è noto da altri studi che concimazioni a base di zinco - che è un micro nutriente importante per i vegetali - migliorano la crescita e lo sviluppo, soprattutto in situazioni di stress per le piante.

 

Così i ricercatori, in una prova su piante in vaso, hanno valutato gli effetti di nanoparticelle di ossido di zinco su piante di grano allo stadio di botticella, appena prima della spigatura.

 

Nanoparticelle di dimensioni inferiori a 19 nanometri (cioè milionesimi di millimetro) ottenute tramite un processo di biosintesi basato sull'utilizzo di estratti fogliari di agrumi, in modo da avere un prodotto che anche nella modalità di produzione possa avere una elevata sostenibilità ambientale.

 

Le nanoparticelle sono state applicate spruzzandole sulle piante in 3 diverse dosi: a 50 parti per milione (milligrammo su chilogrammo) a 100 parti per milione e a 150 parti per milione e per confronto alcune piante non sono state trattate, ma irrorate solo con acqua.

 

Parte dei vasi con le piante sono poi state mantenute in condizioni ottimali di umidità del terreno e parte in condizioni di siccità

 

I risultati sono stati incoraggianti. Le piante trattate con concentrazioni di 100 parti per milione e 150 parti per milione di nanoparticelle di ossido di zinco, mantenute in condizioni di carenza idrica, mostravano un significativo aumento del peso fresco e secco di germogli e radici, un aumento del contenuto di clorofilla e un incremento di varie attività enzimatiche, rispetto alle piante non trattate.

 

Si tratta ovviamente di una prova sperimentale in un ambiente molto controllato e non in condizioni di pieno campo e che per il momento non valuta ancora quali possano essere gli effetti a livello della produzione di granella, che alla fine è l'obiettivo ultimo, se non l'unico, della coltivazione del grano.

 

In ogni caso si tratta di un risultato interessante, che può aprire un nuovo approccio per la gestione delle problematiche legate alla siccità nella coltura del frumento.

 

Problematiche con cui negli ultimi anni abbiamo iniziato a fare i conti anche in diverse parti d'Italia, in caso di prolungati periodi senza pioggia che ormai si possono avere con una certa frequenza anche in inverno e in primavera.