Tornano le cavallette in Emilia Romagna e vederle dal vivo fa davvero impressione.

 

Si tratta dell'ortottero Calliptamus italicus, polifago per natura e quindi capace di mangiare qualsiasi cosa, non solo foglie e parti verdi della pianta ma anche la frutta in maturazione. Per ora l'invasione è concentrata intorno alle aree frutticole e viticole nella fascia collinare e pedecollinare romagnola che va da Riolo Terme (in provincia di Ravenna) fino alla valle del Marecchia (in provincia di Rimini).

 

Alte temperature, assenza di pioggia e terreni incolti: diverse possono essere le cause che hanno favorito la proliferazione dell'insetto. E mentre c'è chi fa ancora i conti con i danni dell'alluvione, si parla anche di indennizzi per i danni da cavallette.

 

Per capire quali sono gli elementi principali che ruotano intorno ad una invasione di cavallette abbiamo intervistato Stefano Mordini, agricoltore di Riolo Terme che lavora nell'azienda di famiglia (circa 45 ettari) costituita da vigneti, frutteti (pesche e albicocche) e seminativi gestiti con rotazioni di cereali ed erba medica.

 

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(Fonte: azienda agricola Mordini Giancarlo e Stefano)

 

Prima: le condizioni pedoclimatiche ideali

Tra le cause principali che possono favorire l'insorgere di una infestazione di cavallette ci sono le condizioni ambientali e climatiche. Quest'anno l'inverno è stato mite e ha piovuto poco, un clima ideale per le cavallette, le cui uova sono sopravvissute e le neanidi sono nate in massa in primavera. Anche 2 anni fa, in condizioni climatiche simili era stata segnalata un'altra infestazione nella stessa zona.

 

"Un bell'inverno pulisce un po', diceva mio nonno e aveva ragione", racconta Stefano e continua "L'anno scorso, invece, con l'alluvione è probabile che le uova siano marcite per via della troppa acqua".

 

Le cavallette infatti odiano i ristagni idrici: depongono le uova ad agosto (in aree chiamate grillare) preferendo terreni compatti, esposti al sole e con pendenza. L'azienda di Stefano ha tutte queste caratteristiche e si trova, appunto, in collina in una zona dove ci sono boschi, terreni incolti e zone abbandonate che creano l'habitat ideale per la riproduzione degli ortotteri: "Oggi in questa zona, in un raggio di circa 10 chilometri, ci siamo solo noi con la frutticoltura. Siamo le ultime generazioni di questa collina".


E a tutto ciò non può che aggiungersi il problema dell'aumento delle temperature e di lunghi periodi di siccità che si presentano sempre più frequentemente.

 

Durante: i danni in campo

Tra maggio e luglio dalle uova escono fuori le neanidi, dopodiché queste diventano cavallette adulte cominciando a spostarsi in volo e in caso di forti infestazione si riuniscono in massa ricoprendo i campi. Ormai nell'azienda di Stefano sono circa una ventina di giorni che le cavallette fanno danni, hanno cominciato nei frutteti per poi spostarsi anche nei vigneti.

 

In campo il 50-60% della frutta è stata mangiata, principalmente pesche che erano pronte per la raccolta. Girando nel frutteto si possono osservare anche 5 o 6 cavallette sullo stesso frutto intente a mangiare la parte più superficiale e così facendo invitano al banchetto anche altri insetti come le formiche. Per terra ci sono i frutti danneggiati ormai caduti dall'albero, anche se a volte ciò che rimane è solo il nocciolo.

 

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(Fonte: AgroNotizie)

 

In vigneto le piante soffrono per la forte defogliazione, ma le cavallette qui non si sono fermate solo al verde delle foglie: hanno rosicchiato anche il verde dei tralci indebolendo ulteriormente la pianta che stremata fa seccare i grappoli che cadono a terra.

 

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(Fonte: AgroNotizie)

 

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(Fonte: AgroNotizie)

Dopo: il controllo preventivo e gli indennizzi

Quali sono i consigli da dare ad un'azienda a cui si presenta il problema delle cavallette? "Non va assolutamente sottovalutato il problema perché una volta che arrivano in massa non ci sono principi attivi che tengano. Quindi bisogna considerare la prevenzione andando a cercare le grillare e distruggerle. Purtroppo però il comprensorio della collina è difficile da coprire perché ci sono i boschi e i terreni incolti", ci spiega Stefano.

 

Quando le cavallette sono ormai adulte, infatti, è tardi per intervenire perché si spostano per lunghe distanze, sono molto dannose e poco sensibili all'azione degli insetticidi. La lotta deve perciò essere preventiva e va messa in atto prima dell'estate. Bisogna monitorare le grillare (le aree di deposizione) ed eseguire delle lavorazioni profonde per distruggerli ed esporli agli agenti atmosferici.

 

E questo lo dice anche la Regione Emilia Romagna che sostiene un piano basato sulla prevenzione che punta all'individuazione delle grillare e alla realizzazione di interventi insetticidi quando le cavallette sono ancora piccole, prive di ali e concentrate su piccole superfici. Questi interventi preventivi, realizzati con insetticidi biologici fra metà maggio e la fine di giugno, hanno come obiettivo quello di evitare una successiva dispersione delle cavallette sul territorio e limitare i danni alle coltivazioni.

 

Nell'azienda Mordini, dove hanno un terreno prevalentemente argilloso, effettuano lavorazioni del terreno per controllare le uova di cavallette e anche la siccità, però non è facile capire dove si trovano precisamente le grillare ed è questo che rende più complesso il controllo dell'insetto anche se preventivo.

 

"Non è la prima volta che abbiamo un'infestazione così" dice Stefano e continua: "C'è stato un altro caso anche 2 anni fa, abbiamo denunciato alla Regione ma non si è mosso nulla. Quest'anno abbiamo denunciato l'accaduto ad una associazione di categoria e abbiamo fatto anche una intervista per la Rai sperando che si muova qualcosa ma il problema è per lo più burocratico e gli indennizzi sono rallentati. In collina non siamo stati ancora risarciti dall'alluvione. Per il discorso cavallette, quello che vorrei è che ci fosse l'intervento di qualcuno perché non voglio e non posso nemmeno andare avanti ad indennizzi".

 

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