Quali sono le strategie vincenti per il diserbo della vite? E come si possono gestire le resistenze sviluppate da alcune infestanti al glifosate? Sono queste alcune delle domande a cui Campo demo 2020 dedicato al diserbo della vite ha provato a dare una risposta. Ventuno tesi gestite dal centro di saggio Agricola 2000 che hanno messo a confronto prodotti e strategie di posizionamento differenti.

"Campo demo vuole essere un momento di divulgazione e confronto tra i diversi attori del mondo agricolo al fine di poter toccare con mano le possibili soluzioni tecniche presenti sul mercato", spiega ad AgroNotizie Daniele Villa, presidente di Agricola 2000 che insieme al Disafa (dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari) dell'Università di Torino è ideatore di Campo demo, la cui prima edizione risale al 2014.

"Quest'anno abbiamo dedicato un Campo demo al diserbo della vite. Negli ultimi anni diverse specie di infestanti sono infatti risultate essere di difficile gestione, essendo diventate resistenti alla molecola più comunemente utilizzata in vigneto, il glifosate".
 

Erigeron canadensis presente nel sottofila di una parcella
Erigeron canadensis presente nel sottofila di una parcella


La gestione delle malerbe resistenti al glifosate

Il glifosate è stato per anni la sostanza attiva a cui i viticoltori si sono affidati per il diserbo del vigneto. A basso costo e con una efficacia elevata, questo prodotto ha assicurato per anni un controllo ottimale delle malerbe. Ultimamente tuttavia in molti vigneti si è assistito all'emergenza di specie con tratti di resistenza a questa molecola.

"Alcune specie presentano tratti di resistenza o di elevata tolleranza al glifosate. Parlo ad esempio di Conyza canadensis (Erigeron canadensis) oppure del loietto (Lolium multiflorum). Per il controllo di queste infestanti è necessario utilizzare strategie differenti, che contemplino l'utilizzo di più prodotti o anche di mezzi meccanici", spiega ad AgroNotizie Aldo Ferrero, professore presso l'ateneo torinese.
 


Le prove condotte a Costigliole d'Asti nell'ambito di Campo demo 2020 hanno proprio voluto confrontare differenti strategie di diserbo, per saggiarne l'efficacia nel controllo della flora resistente, nonché in previsione di un futuro prossimo in cui il glifosate potrebbe essere bandito dal vigneto.


Le prove di Campo demo 2020

Sono ventuno le prove che sono state condotte dai tecnici di Agricola 2000 in un vigneto di Barbera alle porte di Costigliole d'Asti. Alcune delle prove sono state delineate dalle ditte produttrici di erbicidi, mentre altre sono state sviluppate e condotte dal gruppo di lavoro del professor Ferrero e dai tecnici di Agricola 2000.

Tra le prove condotte da Disafa e Agricola 2000 quella che ha offerto un controllo ottimale delle erbe infestanti ha previsto un intervento il 17 marzo scorso con una miscela di glifosate a 1440 g ai/ha (grammi di sostanza attiva per ettaro) e flazasulfuron (20 g ai/ha), quest'ultimo scelto per la sua attività erbicida sistemica efficace nel controllo di Conyza canadensis.
 

Il Lolium multiflorum ha una elevata tolleranza al glifosate
Il Lolium multiflorum ha una elevata tolleranza al glifosate


Un secondo trattamento è stato eseguito il 5 maggio scorso con una miscela di pyraflufen-ethyl (21,2 g ai/ha), erbicida di post-emergenza con attività spollonante, e quizalofop-p-etile (100 g ai/ha), graminicida sistemico in grado di controllare il loietto sopravvissuto al primo trattamento.

A quasi un mese dal secondo trattamento il sottofila risultava pulito e senza tracce di loietto o E. canadensis. Questa strategia non ha permesso però il controllo definitivo di una malerba perenne come il convolvolo, che ha ripreso a svilupparsi, anche se in maniera contenuta.

"Un problema che abbiamo riscontrato è stato quello relativo ai prodotti residuali, in quanto le piogge necessarie alla loro attivazione sono arrivate tardi, quasi un mese dopo la prima applicazione", spiega ad AgroNotizie Andrea Borio, field agronomist di Agricola 2000. "Tuttavia i prodotti spollonanti hanno dimostrato la loro efficacia e anche l'impiego in seconda battuta di un principio attivo ad azione graminicida ha garantito un controllo ottimale del loietto".
 


Altra tesi che si è dimostrata efficace, anche se 'non convenzionale', è quella che ha visto una prima applicazione, sempre il 17 marzo, con propaquizafop (200 g ai/ha) e pyraflufen-ethyl (2,2 g ai/ha) seguiti da glifosate (1440 g ai/ha) e flazasulfuron (20 g ai/ha). Il primo trattamento ha controllato la maggior parte delle erbe infestanti con un target sulle graminacee, mentre il secondo ha garantito un controllo completo agendo anche su Erigeron canadensis. L'unico elemento critico di questa strategia può essere rappresentato dalla presenza di polloni al momento dell'impiego di glifosate che potrebbero assorbire il prodotto.

Alcune prove sono state dedicate anche allo sviluppo di strategie glifosate-free. Un buon controllo delle infestanti lo si è avuto con l'impiego di flazasulfuron (20 g ai/ha) impiegato da solo il 17 marzo e seguito il 5 maggio con una miscela di carfentrazone-etile (54 g ai/ha) e quizalofop-p-etile (100 g ai/ha). Flazasulfuron ha esplicato bene la sua funzione di erbicida di post-emergenza precoce, con anche attività residuale. Mentre gli altri due prodotti hanno controllato bene graminacee e dicotiledoni.
 

Erigeron canadensis può svilupparsi durante l'autunno e presentarsi con particolare vigore nella primavera dell'anno successivo
Erigeron canadensis può svilupparsi durante l'autunno e presentarsi con particolare vigore nella primavera dell'anno successivo


Per verificare i limiti di una strategia glifosate-centrica una parcella è stata trattata con solo questa molecola e i sopralluoghi hanno potuto verificare una presenza massiccia di loietto ed E. canadensis. Mentre un'altra parcella è stata gestita solo attraverso il diserbo meccanico. In questo caso è stata fatta una sola passata con la macchina operatrice che ha garantito un buon contenimento della flora spontanea. "Ma il diserbo meccanico deve essere inteso come un elemento all'interno di una strategia più complessa, che preveda anche l'impiego di erbicidi", ha sottolineato Ferrero.

Infine una delle tesi è stata dedicata a testare l'efficacia dell'acido pelargonico. Si tratta di un prodotto erbicida di contatto, efficace nel controllare un gran numero di specie, sia mono che dicotiledoni, che tuttavia potrebbe trovare un limite di impiego nel costo relativamente alto e nella necessità di effettuare più applicazioni (nella prova ben tre) a fronte delle due normalmente previste.
 

Le prove delle ditte

Durante Campo demo vite sono state condotte dieci prove proposte dalle ditte produttrici di erbicidi e condotte dai tecnici di Agricola 2000. Di seguito una tabella riassuntiva delle tesi in campo.


Tabella: Diserbo vite
Tabella: Diserbo vite
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