Ad influire sulla competitività del prodotto sono due elementi: i costi di conservazione e la qualità del processo di conservazione.
La qualità del prodotto può venire inficiata da metodi di conservazione non idonei o non ottimali, provocando così una perdita economica. Per contro, applicando tecniche e strumenti in grado di migliorare ed innovare gli impianti di stoccaggio, come l'igienizzazione con ozono, si possono mantenere meglio e più a lungo le caratteristiche qualitative del prodotto raccolto, riducendo l'insorgenza di marciumi di natura batterica e fungina.
Con queste premesse, il progetto Patadorata, "Patata dorata veneta: competitività e creazione di valore attraverso innovazioni varietali e tecniche di conservazione" (finanziato dalle misure 16.1 e 16.2 del Psr della Regione Veneto), che aveva come obiettivo quello di creare valore aggiunto per il settore integrando i produttori agricoli all'interno della filiera, ha messo a confronto la tradizionale tecnica di conservazione con una innovativa che ha previsto l'utilizzo di ozono.
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Le prove sono state realizzate nello stabilimento di Agriveneto a Montagnana in provincia di Padova.
Le tecniche di conservazione utilizzate hanno messo a confronto il tradizionale ambiente di conservazione con bassa umidità relativa (Ur) e bassa temperatura (Ur: 87-88%, temperatura: 5,3-5,5 °C) con un ambiente nel quale, grazie all'utilizzo dell'ozono, si sono mantenute umidità e temperature più alte (Ur: 92-93%, temperatura: 6,1-6,2 °C).
Risultati significativi sono stati ottenuti sulla qualità dei tuberi soprattutto nel medio e lungo periodo di conservazione. Al termine del periodo (in media 220 giorni), infatti, è stata riscontrata una riduzione di tuberi marci nelle celle trattate con ozono, in percentuali variabile dall'uno al cinque percento del volume totale del prodotto in funzione delle varietà; nelle celle trattate con ozono si è riscontrato inoltre una minore percentuale di tuberi avvizziti.
Anche per il peso sono stati ottenuti risultati significativi, infatti la possibilità di tenere una percentuale più alta di umidità nelle celle trattate con ozono (mediamente è stata mantenuta un'umidità superiore del 4,7% rispetto alle condizioni medie di conservazione) ha ridotto la perdita di peso delle patate del 2,8%, senza pregiudicarne la qualità.
L'utilizzo dell'ozono ha portato un vantaggio netto anche dal punto di vista ambientale essendo l'ozono una molecola che si degrada velocemente al contatto con l'aria, trasformandosi in solo ossigeno.
Visita la pagina dedicata a Patadorata o chiedi maggiori informazioni al contatto: patadorata@agriveneto.com
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Fonte: Agronotizie