Si entrerà poi nel vivo dell'incontro in cui si affronterranno i temi più attuali per il mondo frutticolo: la cimice asiatica con l'evoluzione della popolazione nelle Valli del Noce, le strategie di difesa integrata e di lotta biologica, gli scopazzi del melo con l'andamento della malattia e le indicazioni per il contenimento, le nuove varietà di melo con le indicazioni agronomiche e il miglioramento delle tecniche di produzione, i portinnesti del melo con uno sguardo volto alle nuove selezioni e ai primi risultati sperimentali.
Negli ultimi anni in particolare nelle zone della bassa e media valle di Non si è riscontrata la presenza della cimice asiatica (Halyomorpha halys). Questo parassita può provocare gravi danni anche su melo: in Trentino finora è stata la valle dell'Adige la realtà dove si sono registrate le problematiche maggiori. I tecnici Fem durante la stagione 2020 hanno svolto continui controlli per rilevare la popolazione di cimice asiatica sia nei frutteti che nei boschi confinanti. È importante che anche i frutticoltori verifichino la situazione nei propri appezzamenti: per questo motivo è iniziata nel 2020 una positiva collaborazione con gli agricoltori coinvolgendoli direttamente nel monitoraggio della cimice con la registrazione dei controlli tramite apposita App realizzata e messa a disposizione da Fem. Poiché la cimice asiatica ha dei nemici naturali (iperparassiti), alcuni già sporadicamente presenti anche nella nostra realtà, sono stati effettuati da parte di Fem rilasci del Trissolcus japonicus (vespa samurai) in alcuni areali del Trentino durante il 2020, con risultati già promettenti. Questo approccio integrato nella difesa permetterà di ridurre l'utilizzo di mezzi chimici che risultano a volte impegnativi e spesso forniscono risultati parziali.
Gli scopazzi del melo (Apple proliferation) sono una malattia epidemica che all'inizio degli anni 2000 ha creato gravi danni alla frutticoltura delle valli del Noce. Ogni anno viene svolto dal personale tecnico un monitoraggio per verificare la situazione in campagna: i dati rilevati nel 2020 indicano che in diversi areali vi è un aumento preoccupante della percentuale di piante sintomatiche. Non esistendo una cura contro questo fitoplasma è necessario che il sistema frutticolo si impegni in modo coordinato nell'estirpo delle piante colpite e nella lotta ai vettori.
Negli ultimi anni su indicazione delle Organizzazioni dei produttori sono state introdotte sia in valle di Non che nel resto del Trentino alcune nuove varietà. Queste cultivar sono di recente costituzione, quindi le notizie disponibili sulle loro caratteristiche vegeto-produttive sono ancora parziali. Per questo è in corso una collaborazione fra Apot e Fem per approfondire, verificare e definire in loco le tecniche di coltivazione più adatte per le singole varietà.
Il portinnesto M9 sia a livello locale che internazionale è ancora utilizzato con soddisfazione dalla maggioranza dei frutticoltori poiché presenta buone caratteristiche vegeto-produttive. La ricerca e la sperimentazione sono da anni impegnate tuttavia a cercare nuovi portinnesti che presentino, oltre a buone caratteristiche agronomiche, tolleranza o resistenza ad alcune patologie quali: colpo di fuoco, afide lanigero, marciumi radicali e malattie da reimpianto. Si tratta di un percorso lungo e impegnativo, in cui Fem è parte attiva, che ha già portato ad alcuni risultati positivi.
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Fonte: Fondazione E. Mach