Coordinati da Iter società cooperativa, azienda bolognese che si occupa di studio dei suoli, entrambi coinvolgono anche il Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentali dell'Università di Bologna e vedono la partecipazione di tre associazioni di produttori e ben sei aziende castanicole.
A coordinare le attività si aggiungono anche l'azienda Tizzano, l'azienda agricola Antico Bosco, l'azienda agricola La Martina, l'azienda Marco Picciati, la società agricola Terra Amica, la società agricola Molinari & C., il Consorzio castanicoltori dell'Appennino Bolognese, il Consorzio castanicoltori dell'Appennino Reggiano e l'Associazione nazionale Città del Castagno.
Il primo progetto "Biodiversamente castagno" è dedicato all'analisi delle diverse varietà di castagno da frutto presenti in regione, con l'obiettivo di mettere in luce la loro variabilità genetica e individuare così, per ogni varietà, le caratteristiche del suolo più adatte alla coltivazione. Un modo per approfondire la biodiversità del castagno e del suo agrosistema, e valorizzare in questo modo anche il ruolo del castanicoltore, custode della tutela del territorio.
"Castani-Co" è invece il nome del secondo progetto, incentrato sullo stretto rapporto tra coltura del castagno e sostenibilità ambientale. Catturando anidride carbonica, le piante la sottraggono all'atmosfera. Non solo: il carbonio finisce poi nel suolo dove è sequestrato, giocando un ruolo fondamentale nella lotta contro il riscaldamento globale, e può trasformarsi in un ingrediente fondamentale per garantire frutti di qualità.
Lo studio legato a "Castani-Co" andrà così ad indagare questo doppio processo virtuoso – sequestro dell'anidride carbonica dall'atmosfera e ruolo positivo del carbonio nel suolo – applicato alla coltura del castagno. Monitoraggi sul campo, campionamenti e indagini di laboratorio permetteranno di valutare il carbonio organico sequestrato nei suoli e nelle piante a seconda delle diverse caratteristiche del clima e dei territori e delle diverse pratiche agronomiche utilizzate.
Un'indagine che permetterà di ottenere risultati utili per migliorare la gestione dei castagneti, favorendo il sequestro di carbonio e arrivando a produrre al tempo stesso castagne di alta qualità.
Entrambi i progetti sono animati da un approccio partecipativo e condiviso, con l'obiettivo di avvicinare i risultati ottenuti dai ricercatori alle esigenze dei castanicoltori: una sinergia importante che guarda ad una nuova idea di "cultura del territorio".
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Fonte: Università di Bologna