Con i suoi 61.599 ettari coltivati nel 2011 e una produzione totale di 15.788.677 quintali la patata è una delle produzioni orticole di maggiore importanza in Italia. Rispetto al 2006 si riscontra un calo delle superfici del 15% (72.526 ettari) e un calo produttivo del 14% (18.284.957 quintali) (Fonte Istat 2011).

Dall'ultima riunione dell'Osservatorio nazionale della patata del Cepa è emerso che il calo delle superfici investite in coltivazione di patata riguarda diverse Regioni italiane. In particolare, gli operatori dell'Emilia-Romagna stimano una calo di circa il -10% rispetto allo scorso anno, in Campania ed Abruzzo tra -20% e -15%, mentre per il Lazio non sono stati riportato scostamenti significativi.

Il trend negativo continua anche nel 2012. “In Italia nel 2012 si sono coltivate meno patate - spiega Giacomo Accinelli, responsabile agronomico del Consorzio patata italiana di qualità -, con un calo quantificabile intorno al 10% rispetto al 2011. In calo anche la quantità prodotta. Le stime previsionali, fatte all'inizio della stagione produttiva, lasciavano prevedere una resa produttiva quintale/ettaro inferiore del 10%”.


L’Emilia-Romagna è la prima Regione produttrice con 5.964 ettari coltivati per una produzione totale di oltre 2 milioni e 270 mila quintali. Nel 2006 gli ettari erano 7 mila e la produzione superava i 2 milioni e 500 mila quintali. “Una risorsa importante per tutta la filiera - osserva Antonio Dosi, presidente della Cia Emilia-Romagna - dove i punti di forza, se parliamo della fase di produzione, sono soprattutto la professionalità acquisita e maturata dai nostri agricoltori, le condizioni pedoclimatiche che favoriscono l’ottenimento di un prodotto di grande qualità, l’innovazione di processo che ha ulteriormente migliorato le qualità intrinseche e la capacità di tracciare e certificare fasi e tecniche di produzione”.
 

La situazione europea
“Anche in Europa abbiamo avuto una contrazione nelle superfici coltivate a patata - continua Accinelli -. In particolare, in Francia la riduzione si attesta ad un -12% rispetto alla precedente annata; in Germania, la contrazione dovrebbe attestarsi ad un -10%”.


Uno sguardo al mercato ed alle prospettive
L'andamento agronomico lascia prevedere una buona qualità del raccoltoanche se le condizioni atmosferiche avverse hanno sicuramente reso difficoltosa una corretta gestione agronomica e produttiva aggiunge Accinelli Dobbiamo però sottolineare che gli agricoltori che sono riusciti ad irrigare durante questa calda estate non hanno avuto problemi: patate di elevate qualità organolettiche, anche se di ridotta pezzatura”.

Il mercato italiano risente negativamente della situazione meteorologica: il caldo e l'afa dei mesi estivi, infatti, hanno favorito il consumo di altre specie orticole a scapito della patata. Le quotazioni segnano dunque una tendenza al ribasso nei principali mercati ortofrutticoli all'ingrosso. “Il calo produttivo porterà ad un aumento dei prezzi - dice Accinelli - e quindi ci sono i presupposti per una campagna positiva. L’unico fattore negativo potrebbe essere il presumibile calo dei consumianche se normalmente è abbastanza regolare e rigido. Una variabile impazzita che potrebbe mischiare ulteriormente le carte sul tavolo, in vista del prossimo futuro, è data dalla difficile situazione economica: in base ad una nostra indagine, infatti, il consumatore medio tende ad acquistare sempre di più confezioni da 1,5 Kg rispetto a quelle più grandi da 2,5 Kg, in modo da ridurre gli sprechi e i costi della spesa".
 

Selenella, "un tesoro di patata"
Per quanto riguarda Selenella, la patata fonte di selenio controllata e garantita dal Consorzio patata italiana di qualità, Accinelli spiega che “quest’anno non abbiamo avuto problemi significativi sia per quanto riguarda le quantità prodotte che per la qualità dei tuberi", conclude Accinelli.