E’ operativa Cereali Emilia Romagna, la più grande Organizzazione di produttori di cereali in Italia. La nuova società nasce dalla fusione di tre grandi Op del settore (Esperia, Cereali Romagna e Progeo, in rappresentanza di cinque imprese: Consorzio agrario Ravenna, Consorzio agrario Bologna e Modena, Terremerse, Consorzio agrario Forlì-Cesena-Rimini e Progeo e al vertice è stato nominato Raimondo Ricci Bitti, presidente di Cap Ravenna. Vicepresidenti sono Marco Pirani, presidente Progeo, e Filippo Tramonti, presidente Cap Forlì-Cesena-Rimini. In consiglio di amministrazione entrano i presidenti e i direttori delle 5 imprese: Gabriele Cristofori e Angelo Barbieri (Caip Bo-Mo), Giovanni Errani e Augusto Verlicchi (Terremerse), Mario Tassinari (direttore Cap Ravenna), Uber Iori (direttore Progeo) e Adamo Zoffoli (direttore Caip Fc-Rn).
 
Importanti i numeri del nuovo soggetto: circa 8600 soci-agricoltori per una produzione (dati 2008) di quasi 5,5 milioni di quintali di cereali a paglia (grano tenero, duro, orzo, favino, pisello proteico, colza) e 3 milioni di quintali di cereali autunnali (mais, sorgo, soia, risone, girasole), per un totale di 8,5 milioni di quintali e un giro d’affari di milioni di euro di valore. La capacità di stoccaggio della nuova Op pari a 6,2 milioni di quintali. Numeri che fanno di Cereali Emilia Romagna la prima realtà italiana del settore seminativi e tra le prime in Europa.
 
“Dall’Emilia Romagna parte un segnale importante di aggregazione dell’offerta da parte del mondo produttivo - dice Raimondo Ricci Bittitanto più importante in questi tempi di turbolenza dei mercati e di fluttuazione delle quotazioni”. “Dopo un 2007 di prezzi crescenti dobbiamo fronteggiare, a distanza di un anno, quotazioni cadute a livelli tali da mettere a rischio la redditività delle imprese agricole – continua Ricci Bitti -. Si tratta di coordinare gli investimenti in strutture di stoccaggio sul territorio regionale e di valorizzare sul piano commerciale l’offerta cerealicola in relazione a una domanda (mulini, mangimisti, pastifici) sempre più aggregata”.
La nuova Op non è un soggetto chiuso: “Fra i nostri obiettivi c’è anche quello di aggregare tutta la produzione cerealicola regionale, per cui apriamo da subito le nostre porte a nuovi inserimenti. Solo così si potrà dare un futuro alla cerealicoltura emiliano romagnola, che va fortemente orientata verso il mercato all’insegna di qualità e sicurezza alimentare”.