L'ondata di maltempo che ha colpito il Centro Nord Italia nella scorsa settimana si è concretizzata con temperature molto basse, contrassegnate da gelate notturne che hanno provocato ingenti danni ad ortaggi e soprattutto a colture arboree, in particolare ai frutteti, e in qualche caso, come accaduto in Toscana, ai vigneti.

 

Veneto, temperature sotto zero

Lo scorso 7 aprile Coldiretti Veneto segnala "Le temperature sono precipitate ancora e gli agricoltori veneti hanno passato la quinta notte di veglia, pronti ad intervenire per salvare il raccolto mettendo in azione impianti antibrina e fuochi tra i frutteti".

 

Le gelate tardive - secondo Coldiretti Veneto - hanno colpito duramente le coltivazioni con danni a macchia di leopardo fino al 70% a gemme e piccoli frutti sugli alberi di susine, ciliegie, albicocche, pesche, ma anche su meli, peri, kiwi e vigneti già in fase avanzata di vegetazione dopo un inverno che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura di 1,38 gradi maggiore della media storica al Nord. È quanto emerso dal monitoraggio dell'Organizzazione agricola sugli effetti del colpo di coda dell'inverno con il crollo delle temperature notturne sotto zero verificatosi la scorsa settimana un po' in tutta la Pianura Padana.

 

Emilia Romagna, frutteti colpiti da gelate

Non solo la siccità. Anche le temperature scese sotto lo zero danneggiano le colture. Nel Piacentino - segnala Coldiretti Emilia Romagna - i danni sono soprattutto nella Bassa, con i frutteti colpiti dalle gelate. Ciliegi, albicocchi e peschi - spiegano i produttori della zona di Villanova - sono tutti in post fioritura, le basse temperature registrate in queste ultime mattine hanno danneggiato soprattutto la parte inferiore della pianta. Impossibile stimare già l'entità del danno, ma sicuramente il crollo delle minime avrà determinato delle perdite di prodotto.

 

"I danni da gelata - precisa Coldiretti Piacenza - non incidono sulla qualità delle produzioni, che resta alta, ma sulle quantità". Pesantissime le prime stime in un frutteto alle porte della città: "Qui le gelate - afferma Coldiretti - hanno distrutto la totalità delle drupacee, un danno senza precedenti".

 

Stiamo assistendo ad una tenaglia climatica tra freddo e siccità che - sottolinea la Coldiretti - si abbatte su una natura in tilt con le coltivazioni che si erano risvegliate prima del solito ingannate dalle temperature anomale, con il rischio adesso di perdere parte dei raccolti di un anno di lavoro.

 

Nel Piacentino si segnalano anche danni da gelate sui vigneti in particolare nelle zone di Ziano in Val Tidone e nella zona di Lugagnano. Il monitoraggio prosegue, per capire l'entità dei danni.

 

Trento, danni non trascurabili

Secondo il Consorzio Condifesa Trento, il gelo dei giorni scorsi ha colpito molti areali del territorio, dalla Val di Non alla piana a Sud di Trento, con intensità differente e in maniera diversificata a seconda della coltura e dello stadio vegetativo della pianta. "I primi accertamenti che abbiamo condotto con i nostri tecnici e attraverso il confronto con gli esperti della Fondazione Edmund Mach - sottolinea Marica Sartori, direttrice di Codipra - fanno presumere che in alcuni ambiti produttivi vi possano essere danni non trascurabili per alcune colture. Per il ciliegio si è osservata una percentuale di allessamento agli abbozzi fiorali variabile dal 2 al 97%".

 

Secondo il Consorzio è possibile evidenziare che nelle zone di fondovalle dove è stata azionata la protezione antibrina per il melo - che ha coperto anche gli impianti di ciliegio - la prevenzione del danno da gelo è stata efficace. Questo evidenzia l'importanza di impiegare metodi di difesa attiva per tutelare le proprie produzioni. Invece, nelle zone di collina più esposte e in pendenza non ci dovrebbero essere dei danni particolarmente accentuati in quanto le temperature non sembrano essere scese a livelli critici.

 

Di contro negli impianti di collina che si trovano in avvallamenti, dove la fase fenologica era già sensibile e dove non è stata effettuata nessuna difesa attiva, ad esempio ricorrendo anche alle candele e alle stufe, si segnala una presenza di fiori e gemme allessate in misura variabile.

 

"Relativamente ai meleti trentini - continua Sartori - i danni sono variabili, nelle vallate (Val di Non, Val di Sole, Valsugana, Bleggio), la temperatura è scesa nell'ultima parte della notte di pochi gradi centigradi. Tuttavia localmente, in alcuni avvallamenti, le temperature sono scese anche sotto i -5°C. Generalmente, il numero relativamente basso di ore con temperature sotto lo zero non fa ipotizzare una situazione particolarmente grave e generalizzata. Tuttavia, negli areali di media e bassa collina, visto lo stadio fenologico più avanzato, non è possibile escludere che vi siano fiori e gemme compromesse".

 

Per i meleti del fondovalle - secondo il Consorzio - è presto ipotizzare eventuali danni, in quanto le temperature sono scese in maniera difforme sul territorio, -2°C, con punte di -4°C con uno stadio fenologico di massima sensibilità (inizio-piena fioritura). Fortunatamente le temperature sono scese sotto lo zero generalmente per pochi gradi e poche ore e gli impianti di difesa attiva hanno permesso di limitare in maniera importante la severità degli abbassamenti termici.

 

Toscana, si teme per i vigneti

"Il colpo di coda dell'inverno può aver messo a serio rischio almeno un quarto della produzione agricola. L'ennesima stagione caratterizzata da caldo anomalo, infatti, ha fatto già sbocciare i germogli che adesso, con le gelate, possono andare persi". A dirlo - alla vigilia di Pasqua - è il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, commentando il repentino cambiamento climatico in corso.

 

"Le correnti fredde che arrivano dai Balcani - aggiunge - determinano una situazione di profonda instabilità per tutta la filiera dell'agricoltura, dagli ortaggi agli alberi da frutto, senza dimenticare i vigneti che, anzi, rappresentano la porzione più vulnerabile delle nostre colture. Nella grande maggioranza dei casi le gemme si sono già dischiuse e il freddo sotto zero di questi giorni potrebbe inibirle, fino a renderne impossibile il recupero. Uno scenario che auspichiamo di scongiurare a tutti i costi, memori dei danni che abbiamo patito nel recente passato".

 

Al momento, si evidenzia, l'unica contromisura possibile consiste nel mettere al riparo, per quanto possibile, tutte le colture che possono soffrire maggiormente lo sbalzo termico: "Ma ovviamente - conclude Neri - in molti casi questo non può accadere per via dell'estensione dei terreni. Per fare un bilancio, comunque, dovremo attendere che le temperature tornino a salire. C'è da augurarsi davvero che questa scia lunga dell'inverno non comprometta il nostro lavoro".