Se un tempo i driver principali delle scelte del consumatore erano il prezzo e la marca, oggi anche la tracciabilità sta diventando un elemento importante. Il consumatore europeo è sempre più attento alle informazioni riportate in etichetta, come ad esempio la provenienza, gli ingredienti, i metodi di lavorazione o la sostenibilità ambientale e sociale.

 

Secondo la Ricerca 2022 dell'Osservatorio Smart AgriFood (School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise - Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia) il 14% degli intervistati cerca sempre informazioni sulla tracciabilità, il 39% lo fa spesso, il 35% ogni tanto e il 12% mai.

 

Ma il consumatore quali strumenti usa per reperire i dati che cerca? La maggioranza si affida all'etichetta o alle informazioni che può reperire nel punto vendita, ma un 76% ha usato occasionalmente uno strumento digitale.

 

Tra questi il sito web aziendale è quello più consultato (il 22% del campione), seguito da social e da piattaforme terze (13%), QRCode al 13% e Tag Nfc al 9%. Insomma, agli italiani interessa avere informazioni sul cibo, ma sono ancora poco avvezzi ad utilizzare strumenti digitali.

 

L'importanza della tracciabilità per il consumatore italiano

L'importanza della tracciabilità per il consumatore italiano

(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

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Blockchain, questa sconosciuta

Tra gli addetti ai lavori la blockchain è sicuramente la tecnologia sotto i riflettori, ma gli italiani quanto la conoscono? Il 60% non ne ha mai sentito parlare in assoluto, il 23% ne ha sentito parlare, ma non conosce bene l'argomento. L'11% conosce la tecnologia, ma applicata ad altri contesti (come le criptovalute), mentre solo un 6% ne ha sentito parlare in relazione al settore agroalimentare.

 

Alla domanda se la blockchain consenta di avere prodotti più sicuri il 45% si è detto d'accordo, mentre il 37% non sa. Infine il 51% è sicuro che questa tecnologia abiliti informazioni più affidabili, contro un 13% che è in disaccordo.

 

Bene i dati, ma quali cerca il consumatore?

Interessante è andare a vedere quali sono le informazioni che il consumatore cerca sulla confezione che tiene in mano al supermercato oppure online. Per il 64% degli intervistati la provenienza è l'elemento più importante, mentre per il 50% è l'italianità del marchio. Dato che, secondo il Rapporto Coop 2021, spinge metà dei dirigenti d'azienda del mondo food a ritenere che l'interesse dei consumatori verso prodotti 100% italiani e sostenibili sia una opportunità da cogliere nei prossimi tre, cinque anni.

 

E infatti al quarto posto, con il 55% dei rispondenti, troviamo il tema della sostenibilità (al terzo c'è la presenza di un marchio di qualità, con il 56%). Segue poi il tema dei residui (54%), i metodi produttivi (52%), l'identità del produttore e gli allergeni (51%).

 

L'interesse per la tracciabilità c'è ed è in crescita, e di pari passo aumentano le soluzioni disponibili. Il mercato globale delle tecnologie per la tracciabilità alimentare è in costante aumento: le stime prevedono una crescita ad un tasso del 10,2% annuo e valori che passeranno da 4,54 miliardi di dollari a 9,75 miliardi entro il 2028 (Emergen Research, 2021).

 

Sito dell'Osservatorio Smart AgriFood