La campagna cerealicola 2021-2022 non è mai stata così incerta. Le piogge di questo autunno hanno reso impraticabili i campi, impedendo le semine dei cereali autunno vernini per la prossima campagna cerealicola. Ma anche oggi che il tempo è sereno molti agricoltori hanno lasciato le seminatrici nelle rimesse, a causa dei timori sul prezzo degli input produttivi e dell'incertezza sulle quotazioni del frumento per il prossimo anno.


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Per avere il polso della situazione abbiamo parlato con Filippo Schiavone, presidente di Confagricoltura Foggia, Organizzazione che rappresenta i principali produttori di grano duro della Capitanata (e quindi d'Italia). "La situazione non è affatto buona. Le continue piogge autunnali hanno bloccato le semine per settimane. Ad oggi siamo al 10% circa, ma molti agricoltori non stanno andando in campo allarmati dai prezzi delle materie prime: parliamo di sementi, concimi e gasolio".

I cerealicoltori vivono un dilemma: seminare oggi, con costi di produzione elevati e sperare in una quotazione del frumento alta il prossimo anno, oppure saltare un giro con il rischio però di perdere un'occasione. Una risposta a questo dubbio, semplicemente, non c'è.


Prezzi delle materie prime in salita

Partiamo dalle buone notizie: oggi il grano duro viene scambiato sulla Borsa Merci di Foggia a 535 euro alla tonnellata e i prezzi sembrano essere stabili. Secondo gli esperti le quotazioni si dovrebbero mantenere su buoni livelli anche il prossimo anno, ma nessuno può avere la certezza del livello di prezzo a cui sarà scambiato il frumento da qui ad un anno.


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Sul fronte delle brutte notizie c'è il prezzo dei fertilizzanti. "Un anno fa l'urea costava 35-38 euro al quintale, oggi siamo a 80-85 euro. Lo stesso vale per il biammonico, salito ancora di più. E poi c'è il prezzo del seme, legato alle quotazioni della granella e quindi molto alto", continua Schiavone.


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"Se prima i costi di produzione si aggiravano sui 700 euro oggi siamo a 1.100 euro e nessuno sa a quale prezzo sarà venduto il frumento il prossimo anno. Una sola cosa è certa: dobbiamo oggi affrontare spese maggiori rispetto agli altri anni".


Annata cerealicola in forse

È probabile che la maggior parte dei cerealicoltori getterà il cuore oltre l'ostacolo e seminerà per tutto dicembre e anche a gennaio, mentre altri incroceranno le braccia, considerandosi fuori tempo massimo. Già, perché i problemi non riguardano solo il prezzo, ma anche il clima.

Con semine così ritardate l'emergenza e lo sviluppo delle piante non è ottimale. "Dobbiamo sperare in una primavera con un buon livello di precipitazioni e senza ritorni di freddo. Se invece sarà come quest'anno avremo dei grossi problemi", sintetizza Filippo Schiavone.

In queste condizioni il rischio è che il 2022 sarà un anno di scarse produzioni, il che farebbe sicuramente felici quegli agricoltori che avranno grano da vendere, ma esporrà ancora di più il Paese sul fronte delle importazioni e farà aumentare i costi di produzione di beni di prima necessità, come la pasta.