Si è insediato il 18 maggio scorso il tavolo tecnico per il settore olivicolo-oleario della Regione Basilicata. In un'apposita riunione, alla presenza delle organizzazioni di produttori, dei rappresentanti delle associazioni di categoria e dell'Alsia, è stata definita la costituzione di un tavolo tecnico permanente per lo svolgimento di attività di carattere strategico, per il monitoraggio e la proposizione di azioni a favore dell'olivicoltura lucana, in un quadro organico ed integrato.

Ad aprire i lavori l'assessore alle Politiche agricole della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, il quale ha rimarcato "la straordinarietà dell'ultima campagna olivicola nella nostra regione, la prima a fregiarsi del marchio Igp Olio lucano, un riconoscimento questo, assieme alla storica Dop Vulture, dell'eccellenza che contraddistingue il settore".

"L'obiettivo del tavolo tecnico - ha aggiunto l'assessore - è proprio quello di coinvolgere tutti gli attori del comparto per raccoglierne contributi e suggerimenti, al fine di redigere il Piano olivicolo oleario regionale, importante documento di indirizzo politico-programmatico".

"Il momento storico in cui viviamo, ancora condizionato dagli effetti della pandemia ma, nel contempo, aperto ad una transizione verso la nuova Programmazione dello sviluppo rurale, richiede l'attivazione di una fase di pianificazione che, partendo dall'analisi delle debolezze, ma anche dei punti di eccellenza della filiera olivicola lucana, alla luce delle opportunità che mercati e società lasciano intravedere, detti gli indirizzi di carattere produttivo, organizzativo, commerciale per l'olivicoltura lucana del prossimo quinquennio".


L'olivicoltura lucana - forte di 12mila olivicoltori, una superficie investita in produzione nel 2020 secondo Istat di 27.470 ettari e una produzione di olio attestata lo scorso anno a 57.500 quintali, vede attualmente la presenza di sette organizzazioni di produttori che testimoniano lo sforzo compiuto verso nuovi e più moderni approcci produttivi e organizzativi.

Tanti i temi posti dai partecipanti al tavolo e che rappresentano le nuove sfide del comparto olivicolo regionale: dalla connessione con gli strumenti di pianificazione nazionale e regionale, agli investimenti a sostegno della filiera, per la parte produttiva e per la trasformazione, all'innovazione e ricerca per il miglioramento qualitativo del prodotto, al tema della sicurezza alimentare, della sostenibilità ambientale e dell'economia circolare, fino al tema della resilienza delle aree interne su cui la filiera olivicola può avere una notevole incidenza.

"È un comparto regionale che, per molti versi, presenta elementi di debolezza e di forza propri del sistema nazionale - ha spiegato l'autorità di gestione del Psr 2014-2020 Vittorio Restaino - ossia la frammentazione produttiva, l'esigenza di innovare la fase di trasformazione, migliorare la difesa fitosanitaria, rafforzare la fase di promozione e commercializzazione di un prodotto che, come dimostrato anche dalla recente acquisizione del marchio Igp Olio lucano, si caratterizza di pregevole qualità".

Anche per il direttore di Alsia Aniello Crescenzi, "il comparto olivicolo-oleario è strategico per tutta l'agricoltura lucana. Convinti che sia uno degli elementi trainanti dell'economia regionale, come Alsia abbiamo rafforzato sia gli elementi innovativi del settore sia gli interventi di prevenzione, soprattutto nei confronti del batterio della Xylella fastidiosa".

Al termine della riunione, su proposta del dirigente generale Donato Del Corso, si è proceduto alla costituzione formale del tavolo tecnico e all'organizzazione delle attività per la predisposizione del Piano olivicolo oleario regionale, sotto la guida organizzativa dell'Ufficio produzioni vegetali del dipartimento e con il coordinamento tecnico-scientifico dell'Alsia.