Le Marche hanno deciso i criteri per le di misure urgenti legate al Coronavirus per andare incontro alla crisi di liquidità delle aziende agricole che coltivano barbabietola da zucchero

In totale ci saranno 200mila euro che dovranno servire a coprire almeno in parte le anticipazioni colturali, stimate tra i 1500 e i 2000 euro ad ettaro.

L'obbiettivo generale è quello di reinserire sul territorio regionale la coltivazione della barbabietola da zucchero, una volta protagonista dell'agricoltura marchigiana, ma poi pressoché sparita. 

Il contributo consisterà nel pagamento di un aiuto una tantum ad azienda, per far fronte alla riduzione di liquidità legata all'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e all'esigenza di coprire le spese di produzione della barbabietola da zucchero, a partire dalla preparazione del terreno fino alla consegna in zuccherificio, che attualmente avviene in Emilia-Romagna o in Veneto dal momento che non ci sono più impianti saccariferi nelle Marche.

Il contributo sarà un aiuto forfettario in conto capitale tenendo conto degli ettari seminati a barbabietola da zucchero nella regione, in base a quelli dichiarati in domanda e verificati nel corso dell'istruttoria su un campione del 5% estratto sulla base di criteri definiti nel bando. 

Il valore per ciascun ettaro di coltura sarà calcolato dividendo le risorse disponibili con il totale degli ettari ammissibili e comunque non potrà essere superiore a 200 euro ad ettaro

L'idea del rilancio della bieticoltura nelle Marche è fortemente sostenuta dalla giunta e dall'assessore regionale all'agricoltura Mirco Carloni, anche se al momento è ancora in una fase di sperimentazione. 

Per la regione Marche la coltivazione della barbabietola da zucchero è considerata importante per mantenere i corretti avvicendamenti colturali e conservare le caratteristiche agronomiche dei suoli e prevenire l'insorgere di problematiche fitosanitarie.

Altro obiettivo del rilancio della barbabietola è quello di sostenere la filiera italiana dello zucchero, garantendo la materia prima ai due zuccherifici in funzione nel territorio nazionale, a Pontelongo nel padovano e a Minerbio in Emilia-Romagna, ma in previsione anche uno nelle Marche nel prossimo futuro.