I dati economici di quella che viene definita #DopEconomy parlano chiaro, mettendo in risalto un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (più 4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell'agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (più 5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180mila operatori e l'impegno dei 285 Ccnsorzi di tutela riconosciuti. Sarà per questo che la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova parla delle Dop e delle Igp come della "spina dorsale" per la "tenuta sociale ed economica dei nostri territori".
Ed è così che il lavoro da fare, ancora con maggiore determinazione, è quello della valorizzazione e della tutela in particolare rafforzando la legge sulle truffe e la contraffazione. Mettendo fino alla diffusione di prodotti falsi made in Italy e tutelando un settore simbolo del nostro paese.
La #DopEconomy fornisce un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie alle grandi produzioni certificate, ma anche per il contributo delle nuove filiere Dop Igp: soltanto nel comparto del 'cibo', mezzo miliardo di valore alla produzione è da attribuire a Indicazioni geografiche certificate dal 2010 in poi. L'agroalimentare Dop Igp vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro.
Secondo il rapporto le Dop e le Igp agroalimentari e vitivinicole consolidano il ruolo guida della qualità made in Italy agroalimentare all'estero. L'export del settore pari a 9,5 miliardi di euro - viene spiegato - ha messo a segno nel 2019 una crescita del 5,1%, mantenendo una quota del 21% sul fatturato all'estero dell'intero agroalimentare. Il contributo maggiore viene fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del cibo Dop e Igp che si attesta a 3,8 miliardi di euro, segnando un incremento del 7,2% all'anno.
La produzione di vino Ig certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le Dop (più 6,2% grazie anche all'introduzione di nuove produzioni) e le Igp (meno 1%). Il valore della produzione di vini a Ig sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro, mentre all'imbottigliato raggiunge i 9,2 miliardi di euro: di questi 7,6 miliardi sono rappresentati da vini Dop che ricoprono un peso economico pari all'82% del vino Ig. Le esportazioni raggiungono 5,6 miliardi di euro, con un segno più del 4% su un totale di 6,4 miliardi di euro (più 3%) dell'export vitivinicolo italiano nel suo complesso.
A livello territoriale cresce il valore in diciassette regioni, a fare da traino il Nord Italia con Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, dove si concentra il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione geografica. Il cibo italiano Dop, Igp e Stg nel 2019 raggiunge i 7,7 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del 5,7% in un anno, con un trend del 54% dal 2009. Va bene anche il valore al consumo pari a 15,3 miliardi di euro per un aumento del 63% sul 2009. Prosegue la dinamica positiva delle esportazioni: più 7,2% in un anno, e più 162% dal 2009, con un valore che ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. I mercati principali si confermano Germania (786 milioni di euro), Usa (711 milioni), Francia (525 milioni) e Regno Unito (273 milioni).