"Non posso che essere soddisfatto e onorato di questo incarico che mi è stato affidato dal Consiglio di amministrazione - sottolinea il neopresidente Castellari - vivo il mondo cooperativo da sempre e guardo con fiducia e prospettiva alle sfide che Agrintesa ha davanti nel proprio futuro per affrontare al meglio i mercati e il settore agricolo e agroalimentare in cui opera, avendo a cuore in primo luogo il benessere della propria base sociale".
"Dal punto di vista agricolo l'annata 2020 è stata molto complicata, complice, oltre alla pandemia, le forti gelate di primavera, dopo un 2019 fortemente colpito dalla questione cimice asiatica - continua Castellari - in primis, dobbiamo sostenere chi ha subito importanti danni al raccolto. Ma non c'è solo questo".
"Nei programmi di ampio respiro dobbiamo lavorare affinché vadano in porto accordi commerciali basati sull'aggregazione e il marketing di prodotto - spiega - solo così possiamo invertire l'ago della bilancia verso i produttori, nei confronti di pochi buyer ben organizzati. Su questo versante si deve fare sempre di più in futuro per essere competitivi ma soprattutto per garantire remunerazioni adeguate ai frutticoltori. Uva e kiwi sono le due colture che hanno garantito reddito alle imprese anche in tempi difficili, per questo risulta fondamentale dare continuità ai progetti innovativi su questo versante".
Il neopresidente non dimentica il tema rinnovamento. "La mia nomina va in questa direzione, così come tutto il forte ricambio generazionale messo in atto dalla cooperativa nei suoi quadri dirigenziali in questi anni - precisa - abbiamo a cuore poi il tema nei confronti delle giovani aziende agricole, condotte da under 40. Vogliamo metterle sempre più al centro dei nostri progetti e saranno una chiave di innovazione e sviluppo per il futuro di Agrintesa".
Infine, uno sguardo ai mercati esteri. "Ci sono mercati molto interessanti ma difficilmente percorribili a causa delle forti barriere fitosanitarie - conclude Castellari - ci batteremo insieme alla politica per poter sburocratizzare questi passaggi e riuscire ad aprire più mercati possibili. Il 65% del fatturato di Agrintesa proviene dall'estero per questo risulta vitale aumentare l'export e favorire la penetrazione su più sbocchi di mercato".