Boom degli acquisti alimentari sul canale Gdo, buona tenuta nei negozi al dettaglio, forte incremento del canale e-commerce, crollo del canale Horeca. Sono queste le tendenze principali a seguito dello scoppio della pandemia di Coronavirus in Italia. A dirlo è l'Ismea, che ha pubblicato un rapporto sull'analisi della domanda e dell'offerta di prodotti alimentari dopo il diffondersi del Covid-19 in Italia.

Il fenomeno più rilevante, come già anticipato, è l'azzeramento del canale Horeca, ovvero la ristorazione collettiva privata e pubblica, con l'esclusione in pratica delle sole mense ospedaliere. Le consegne di cibo a domicilio ha compensato solo in minima parte l'annullamento del segmento Horeca. Sul fronte della distribuzione al dettaglio, cala e di molto il peso dei mercati rionali e la chiusura di alcuni centri commerciale, con la perdita di peso del canale iper.

Sul fronte della domanda nei consumi finali, dall'inizio dell'emergenza Coronavirus si è registrato un forte incremento negli acquisti oltre che nel mutamento dei comportamenti. Sotto quest'ultimo punto di vista Ismea evidenzia in particolare la crescita dell'e-commerce (+57% nella penultima settimana di febbraio, +81% nell'ultima di febbraio e +97% nella seconda settimana di marzo).

A questo si aggiunge la tendenza all'approvigionamento di prodotti conservabili, in particolare sui prodotti come pasta, riso e conserve, con l'obiettivo di fare stock. Orientamento anche per i prodotti di quarta e quinta gamma, in particolare ortaggi e pizze pronte, mentre l'incremento del segmento bevande è sotto media (+9%).

Sul lato dei canali dell'offerta, è la Gdo a farla da padrone, anche se si difendono bene pure i piccoli negozi, ritenuti più sicuri di ambienti più frequentati come i supermercati. Tuttavia, l'aumento delle vendite maggiori si registra nei supermercati (+23% nelle 4 settimane prese in considerazione, da metà febbraio a metà marzo), e nei discount (+20%).

Per quanto riguarda le aree geografiche, è il Sud Italia a registrare la crescita maggiore, con un +21% nel mese analizzato, con punte del 39% nella seconda settimana di marzo; segue il Nord-Est con un netto +20%, il Centro Italia (+19%) e il Nord Ovest (+16%).

Analizzando invece i consumi alimentari per tipo di prodotto, vediamo che nel paniere degli italiani dal 17 febbraio al 15 marzo la fetta maggiore riguarda i cereali e derivati, con una quota del 17%. Seguono latte e derivati al 15%, le bevande con il 10%, la frutta (7%) e la verdura (5%). In ordine di grandezza la farina registra l'incremento di vendita maggiore su base annua, con un larghissimo +79%. Segue il latte Uht, che ha visto le vendite salire del 55% nella seconda settimana di marzo. Ottime performance anche per pasta (+44%), ortaggi surgelati e conserve (+45%), affettati (+39%) e uova (+26%).