Restano pertanto questi i prezzi fissati dalla Commissione olio il 24 marzo 2020 alla Borsa merci per l'extravergine con acidità massima 0,4% alle condizioni di "franco partenza/arrivo" e Iva esclusa che segnala come siano stati fissati su “scambi ridotti”. Questi stessi valori, fissati per la prima volta il 14 gennaio in fase calante, sono ormai alla decima successiva riconferma, essendo stati già ribaditi nelle sedute del 21 e 28 gennaio scorso ed in quelle del 4, 11, 18 e 25 febbraio e in quelle dei trascorsi 3, 10 e 17 marzo. Stesso iter ha seguito l'olio di oliva extravergine in biologico, fermo sulla piazza di Bari a 3,40 euro al chilogrammo sui minimi e 3,80 euro sui valori massimi dal 14 gennaio, data dell'ultimo ribasso di 20 centesimi.
Il listino è stato redatto dalla Commissione olio, “a mezzo sistemi di messaggistica per telefonia mobile ex disposizione Dirigenziale della Camera di commercio di Bari n. 18966 del 9 marzo 2020" come recita la scritta in rosso in testa al mercuriale: una conseguenza questa dell’emergenza coronavirus.
Per l'extravergine di alta qualità, questa persistente fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre.
I prezzi a Bari nell'ultimo anno
L'olio extravergine di alta qualità, a Bari, ha perso 40 centesimi in tre mesi e tre settimane tra il 3 dicembre 2019 e il 24 marzo 2020. Un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 e il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di 1,10 sui minimi.Al 24 marzo 2020, dodicesima seduta di borsa del 2020 a Bari, rispetto allo scorso anno, l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 46,67% del suo valore. Infatti, il 26 marzo 2019 l'olio l'extravergine di oliva con acidità massima 0,4% era stato quotato a ben 5,90 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 6,10 euro sui massimi.
I prezzi all'origine rilevati da Ismea
Ismea, dal canto suo, sui mercati all’origine del Mezzogiorno d’Italia registra una totale stagnazione dei prezzi rilevati tra il 16 ed il 19 marzo, e per i quali si rinvia a quanto già scritto da AgroNotizie il 18 marzo scorso.Giacenze su del 30% rispetto ad un anno fa
Il mercato dell’olio extravergine appare bloccato: scambi ridotti all’ingrosso con prezzi inchiodati da quasi due mesi e mezzo, quantitativi in campagna oramai ridotti e commerciati a prezzi standard, visto che le giacenze permangono su livelli molto elevati. E a poco è giovata la diminuzione al 15 marzo su fine febbraio, che per l'olio di produzione nazionale - secondo Frantoio Italia è di ben 4655 tonnellate.Secondo Frantoio Italia, al 15 marzo scorso in Italia c’erano giacenze di olio di oliva extravergine per 257.159 tonnellate: il 29,0% in più del 15 marzo 2019. Inoltre, nella stessa data, le giacenze di prodotto nazionale in Italia erano di ben 169.132 tonnellate, oltre il 51,5% in più dello scorso anno. Non contribuiscono a fare la differenza quelli di produzione Ue, che sono attestati a 77.014 tonnellate di giacenza e che sono diminuiti rispetto allo scorso anno del 3,9%. Crescono gli oli extracomunitari (+54,8%), ma che con appena 5873 tonnellate rappresentano appena il 2,28% delle giacenze, contro il quasi 30% degli oli di produzione Ue e il 65,77% dell’olio nazionale.