La Basilicata si prepara a valorizzare la sua produzione di olio extravergine di oliva con l'indicazione geografica protetta per l'Olio lucano.
Infatti il ministero per le Politiche agricole ha espresso parere favorevole sulla proposta di riconoscimento della indicazione geografica protetta per l'Olio lucano, pubblicandolo sulla Gazzetta Ufficiale n. 39 del 15 febbraio 2019 insieme alla proposta di disciplinare di produzione. Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative alla proposta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, dovranno essere presentate al Mipaaft entro trenta giorni.

In ogni caso questo primo importante passo verso la protezione provvisoria nazionale dell'Igp è un segnale di speranza per l'olivicoltura meridionale, che giunge in una regione forte di una piccola produzione - appena 4803 tonnellate di olio da pressione in media nelle ultime 4 annate agrarie, circa l'1,5% della produzione nazionale, secondo Ismea - ma molto importante in relazione la territorio.

In Basilicata, secondo Ismea, vi sono 119 frantoi attivi e dopo viticoltura, seminativi e zootecnia, l'olivicoltura è il quarto comparto agricolo più produttivo della regione. Ad affermarlo è il Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata, secondo il quale la produzione di olio costituisce, infatti, il 10 per cento della produzione lorda vendibile lucana, per un controvalore che si aggira intorno ai 60 milioni di euro.
I circa 30mila ettari di superficie coltivata ad oliveti - concentrati prevalentemente nel triangolo Vulture, Collina materana, Bassa Val d'Agri - ospitano più di 5 milioni di piante e le imprese impegnate nel settore, tra produttori e trasformatori, sono oltre 40mila.

"Un numero elevato, quest'ultimo, che testimonia l'estrema polverizzazione e frammentazione del settore. Il 41,7% delle aziende ha una superficie coltivata inferiore ad 1 ettaro (0,8), il 17% tra 1 e 2 ettari e il 19% tra 2 e 5 ettari" è scritto in una relazione del Consiglio regionale per la Basilicata. Per questo mondo l'Igp ha un valore in più: quello della spinta a fare aggregazione, mediante le Organizzazioni di produttori che si sono recentemente costituite proprio per valorizzare l'olio Igp.

"Se tutto procede, come ci auguriamo, senza particolari intoppi - dice l'assessore alle Politiche agricole della Basilicata, Luca Braia - la proposta fra un mese sarà notificata per la registrazione ai competenti organi comunitari e l'obiettivo sarà praticamente raggiunto. In tempi brevi la Basilicata avrà il diciottesimo prodotto a marchio con il riconoscimento Igp all'olio, che racchiude in sé la nostra storia, cultura, tradizione e produzione identitaria del territorio".

Il risultato è frutto di un grande lavoro di collaborazione della comunità olivicola lucana tutta con le istituzioni, Alsia e Regione Basilicata.
La proposta e il disciplinare di produzione per l'ottenimento della protezione della denominazione "Olio lucano" come indicazione geografica protetta, ai sensi del Regolamento (Ue) n. 1151/2012 del Parlamento e del Consiglio del 21 novembre 2012, è stata presentata dall'Associazione Igp Olio lucano con il parere positivo della Regione Basilicata.

Ne era stata data lettura integrale nella riunione di pubblico accertamento tenutasi nello scorso dicembre a Ferrandina, con la presenza di oltre 250 tra produttori di olio, amministratori e portatori di interesse del comparto.

"Un incontro dall'esito più che positivo ed espressione di una collettività produttiva che crede nelle potenzialità del suo olio extravergine di oliva e che deve porsi sul mercato con una qualità riconosciuta e identitaria e con strumenti atti a difenderne la tipicità dalle incursioni esterne di altri oli non italiani" ricorda Braia.

"Il disciplinare dell'olio lucano Igp - conclude l'assessore Braia - include tutte le varietà di olivo regionali autoctone e non e la zona di produzione corrisponde a tutto il territorio di Basilicata. Racconta, inoltre, la storia millenaria della presenza dell'olivo in Basilicata dove la coltivazione è presente in maniera diffusa ovunque, prevalentemente in cinque principali aree particolarmente vocate, localizzate lungo i pendii posti a corona delle linee di displuvio dei quattro fiumi - Agri, Bradano, Basento e Sinni - che attraversano la regione. Il marchio di qualità garantirà economia, competitività e vantaggio a tutti i produttori regionali".