La decisione del Comitato permanente per la protezione delle piante della Ue di allargare di 20 chilometri verso Nord l’area demarcata per contrastare l’avanzata della Xylella fastidiosa, il batterio killer degli olivi pugliesi, sta avendo alcuni contraccolpi, dettati dai diffusi timori di una possibile ulteriore diffusione dell'infezione. Mentre arriva il preoccupante dato ufficiale della fine del monitoraggio di Regione Puglia nella zona di contenimento e nell'area cuscinetto, il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Gennaro Sicolo, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Bari, contro tutti coloro che a vario titolo hanno ostacolato il dispiegarsi delle attività di contenimento dell'infezione. Intanto, secondo Coldiretti Puglia sarebbero fuori dall'area di quarantena i comuni di Alberobello e Massafra, che risultano tuttora territori indenni da Xylella fastidiosa, frutto di una mediazione in extremis degli uffici del Mipaaf con Bruxelles.

Ormai la Xylella ha assunto una dimensione considerevole, tanto da preoccupare tutti gli agricoltori pugliesi e destare preoccupazione in tutto il Centro-Sud Italia. Basti pensare che dal 2013 ad oggi, secondo stime ufficiose della Regione Puglia, sono state infettate circa 10 milioni di piante sul tutto il territorio regionale, tenendo conto della zona infetta non soggetta a restrizioni, con un danno di circa un miliardo di euro solo per gli olivi.

E in quella che fino a ieri poteva considerarsi l’area di contenimento, secondo quanto reso noto il 25 maggio scorso dal profilo Facebook del sito web Infoxylella - che ha elaborato i dati ufficiali finali del monitoraggio 2017/2018 del sito di Regione Puglia emergenzaxylella.it, nell'ultimo anno le piante infette sono passate da  893 a 3.816 determinando un incremento del 427%. E a ben vedere c'è un dato che intimorisce ancora di più: "Limitando l'osservazione alla sola zona cuscinetto, si è invece passati da un solo olivo positivo a 19, ovvero un incremento del 1900%" scrive Infoxylella. Numeri che rendono insopportabile – ormai – ogni forma di resistenza agli abbattimenti e alle prassi di lotta all’insetto vettore, la cicalina sputacchina.

Mentre continuano a tenere banco i ricorsi ai Tar dei privati contro le istanze di abbattimento di Regione Puglia e le ordinanze di alcuni sindaci pugliesi – Nardò e Gallipoli tra questi – che hanno vietato nelle scorse settimane l’utilizzo degli insetticidi necessari al contrasto dell’insetto vettore, la cicalina sputacchina, e prescritti dal Decreto Martina.
 

Cno: "Si indaghi su chi favorisce la diffusione della Xylella"

Indagini ed accertamenti di natura penale contro chi divulga notizie false ed infondate tali da turbare l’ordine pubblico e la sicurezza – ai sensi dell’articolo 656 Codice penale - e contro chi con il proprio comportamento, anche colposo ed omissivo, si sia reso responsabile della diffusione di malattie contro le piante di ulivo: articolo 500 Codice penale. Sono queste le norme su cui si basa l’esposto-denuncia depositato il 25 maggio 2018, alla Procura della Repubblica di Bari, da Gennaro Sicolo, presidente del Cno, l’organismo che riunisce su tutto il territorio italiano 30 organizzazioni di produttori nelle quali trovano posto 140mila olivicoltori che conducono 180mila ettari di oliveti.

Attraverso questo atto, il presidente della più rappresentativa organizzazione della produzione olivicola italiana chiede ufficialmente un giro di vite contro chi in questi anni, attraverso una capillare e ben organizzata campagna di disinformazione, sviluppatasi attraverso manifestazioni, convegni e presidi, ha consentito al batterio della Xylella di avanzare indisturbato dal Salento fino alle porte della provincia di Bari. Nel mirino del Cno anche tutti coloro che hanno ceduto alle lusinghe di queste fantasiose ricostruzioni e che, attraverso ricorsi al Tar contro le eradicazioni o ordinanze comunali contro il Decreto Martina, continuano ad alimentare la peste degli ulivi pugliesi.

“Non si può più scherzare sulla pelle di centinaia di migliaia di famiglie che vivono grazie a questo straordinario patrimonio olivicolo - ha sottolineato Sicolo -. Abbiamo il dovere di difendere in ogni sede il futuro della nostra terra da questi speculatori e da chi non è capace di distinguere la verità dalle fake news”.

“Non chiediamo una caccia all’uomo della Magistratura, ma pretendiamo giustizia, perché i responsabili di queste crociate, nate senza alcuna valenza scientifica e basate su credenze e complotti immaginari, che purtroppo hanno fatto presa su tanti, devono smetterla una volta per tutte di fomentare timori e creare false speranze" ha sottolineato Sicolo.
 

Coldiretti, Alberobello e Massafra fuori dall’area di quarantena

Fuori dall'area di quarantena i comuni di Alberobello e Massafra, secondo gli accertamenti di Coldiretti attraverso gli uffici di Bruxelles, che risultano tuttora territori indenni da Xylella fastidiosa. "E' stato almeno ridimensionato il danno, grazie al pressing del Mipaaf che ha testimoniato l'assenza di piante infette in quelle zone ed è la riprova di quanto il gioco di squadra tra ministero e Regione Puglia sia determinante contro la malattia e sugli apparati comunitari, preoccupati per la rapida diffusione della Xylella - dichiara Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia, in merito all'innalzamento a nord della linea rossa, disposto dal Comitato  Ue per la salute delle piante.

"Resta il rammarico e la preoccupazione per l'estensione dell'area di quarantena a Fasano, Locorotondo - unico comune della provincia di Bari - e in tutta quella parte della provincia di Taranto che risultava fuori dall'area di contenimento. Dopo il grave danno subito dal Salento, non possiamo permetterci anche di intaccare oltre la Valle d'Itria e la Piana degli Oliveti. Sul tema Xylella, la Puglia ha bisogno di trovare compattezza - incalza Cantele - fare comunicazione corretta per ripristinare un senso di responsabilità diffuso, rispettare l'autorevolezza del mondo della ricerca, utilizzare al meglio le poche risorse disponibili per gli agricoltori, far capire definitivamente all'Ue che la nostra regione è la frontiera nella quale investire per evitare il tracollo di molta parte della economia agricola continentale".