I consumi si stanno modificando – o meglio: stiamo assistendo a un'accelerazione del cambiamento dei consumi alimentari. Il 29% (18 milioni) dei consumatori italiani viene considerata come "flexitariana" ovvero con consumi flessibili, ma particolarmente orientati al salutistico e all'edonistico.
A questi si devono aggiungere 4,8 milioni fra vegetariani e vegani (8% popolazione italiana – dati Prometeia).

Consideriamo poi lo sviluppo del biologico, che anche nel nostro paese ha spesso tassi annuali di crescita a due cifre. I riflessi del cambiamento delle abitudini alimentari sono ovviamente registrati in primis dalle catene della Gdo – in cui si nota un consumatore molto più attento, cauto nella scelta e poligamo per quanto riguarda la fedeltà alla insegna distributiva.

Secondo una indagine effettuata dal Centro di ricerca marketing e servizi della Bocconi i consumatori di prodotti premium (a prezzo alto) sono passati dal 20 al 23% - in aumento anche i "razionali" (consumatori attenti: dal 48 al 58%) e quelli alla ricerca del low cost (dal 13 al 18%).
A diminuire sono i consumatori disattenti, quelli che comprano in maniera svagata, soprattutto seguendo l'impulso (dal 16 al 4%).

Volendo possiamo prevedere un mercato che potrebbe essere in controtendenza con quanto visto nei trascorsi decenni. Un mercato in cui saranno in crescita i prodotti vegetali, di buona qualità, di origine nazionale, certificati. Un quadro rassicurante per l'agricoltura italiana: speriamo bene.