Coldiretti Marche e Aprol, l'Associazione dei produttori olivicoli regionale lanciano l'idea di una filiera 2.0 per l'olio marchigiano, tra l'altro fresco del riconoscimento Igp.

Una filiera innovativa capace di intercettare l'aumento mondiale dei consumi e la stessa domanda di prodotto regionale che nei primi sei mesi del 2017 ha visto un aumento delle esportazioni del 28%.

La proposta è stata presentata durante l'incontro organizzato ad Ancona dall'Ordine cultori della cucina di mare 'Re Stocco' con il sostegno anche della Camera di commercio di Ancona.

Un incontro a cui hanno partecipato anche il direttore del Consorzio olivicolo italiano Unaprol Pietro Sandali, il presidente di Aprol Marche Pierluca Federici, il preside della Facoltà di Agraria dell'Università politecnica delle Marche Natale Frega, e il direttore della Coldiretti Marche Enzo Bottos.

"Se fino ad oggi la caratteristica principale del settore regionale è stata quella del 'poco ma buono', la filiera punta ora ad un incremento delle superfici coltivate e ad una maggiore presenza sul mercato, valorizzando i suoi punti di forza che sono qualità e crescita dei monovarietali" ha spiegato il presidente della Coldiretti Marche Tommaso Di Sante.

Un punto di partenza può essere quello dell'Igp Marche, il riconoscimento comunitario appena ottenuto, di cui ha parlato il presidente del Consorzio Luigi Pomponi.

Il tutto abbinato a una modernizzazione tecnologica del settore che veda l'industria marchigiana al fianco dei produttori, come sottolineato da Beniamino Tripodi del Gruppo Pieralisi, che ha presentato il protoreattore, il nuovo e innovativo brevetto per la lavorazione delle olive.

E per ottenere i risultati attesi occorre anche che l'olio marchigiano sia difeso dalle frodi, come ha detto nel suo intervento il comandante dei Nas Marche Sandro Sborgia.

Frodi che vanno da quelle che spacciano per extravergine prodotti magari ottenuti con la clorofilla, al mancato rispetto della legge sull'olio in bar e ristoranti, dove è fuorilegge un'oliera su quattro, sprovvista di tappo antirabbocco che impedisce di riempirla con prodotto diverso da quello originale.

E se il prezzo è sotto i 7 euro, difficilmente si tratta di prodotto marchigiano, soprattutto in un'annata che ha visto la raccolta in leggero aumento rispetto al terribile 2016 ma ancora sotto la media, nonostante una qualità eccezionale.