La Regione Puglia con l’operazione 10.1.2 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 finanzia le operazioni di arricchimento di sostanza organica del terreno a tutte le aziende agricole, con qualsiasi ordinamento colturale, a patto che ne certifichino, analisi alla mano, la carenza. E il primo bando si rivela un successo, termometro di quanto sia sentito il problema tra gli agricoltori pugliesi.

Sul piatto del secondo bando ora ci sono 50 milioni di euro freschi, riappostati con il via libera di Bruxelles e criteri nuovi per il stabiliti in sede di Comitato di sorveglianza: preferenza accordata alle aziende con maggiore carenza di sostanza organica e di piccole dimensioni.

A pochi giorni dalla pubblicazione della graduatoria del primo bando, così come preannunciato dall’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia, e dal direttore di dipartimento Agricoltura e Autorità di gestione del Psr, Gianluca Nardone, viene pubblicato il secondo avviso pubblico dell’Operazione 10.1.2 del Psr vigente, dedicato all’incremento della sostanza organica nei suoli.

Indipendentemente dalla coltura praticata, l'operazione prevede un impegno di 5 anni a partire dal 15 maggio 2017.
“Le novità dell’avviso, pubblicato con la determina dell'Autorità di gestione 46 del 30 marzo 2017 - sottolinea Nardone -, riguardano il rifinanziamento dell’operazione e l’introduzione di nuovi criteri di selezione per permettere di soddisfare parte delle oltre 4.000 domande che non hanno potuto godere dei benefici previsti dal primo provvedimento”.

“Il primo bando ha ricevuto un’attenzione altissima: il numero di domande pervenute è un chiaro segnale di quanto sia importante per gli agricoltori investire di più e meglio per ripristinare un corretto tenore di sostanza organica ed aumentare la produttività dei terreni. Purtroppo, le limitate risorse inizialmente messe a disposizione dal Psr non hanno consentito di soddisfare il fabbisogno emerso. Per tale motivo, nell’ambito dell’annuale relazione bilaterale sull’andamento del Psr, la Regione Puglia ha chiesto e ottenuto dalla Commissione Europea la possibilità di spostare 50 milioni di euro su questa operazione e di bandire, da subito, un secondo avviso”.

“Ulteriore novità dell’avviso - tiene a precisare l'assessore di Gioia - è l’aver modificato, in virtù della consultazione del Comitato di Sorveglianza del Psr Puglia avviata lo scorso 23 marzo, i criteri di selezione adeguandoli alle peculiarità e fabbisogni del nostro sistema agricolo. In particolare, i criteri adottati sono improntati ad un criterio di equità piuttosto che di efficienza. Gli aiuti saranno concessi agli appezzamenti con maggiore carenza di sostanza organica e, in caso di parità, favorendo i corpi aziendali di minori dimensioni. Per effetto di tale modifica, se nel primo bando sono state selezionate le domande delle aziende di grandi dimensioni, fino a un massimo di 100 ettari, con il nuovo avviso si premieranno soprattutto le aziende che presentano corpi aziendali di piccole estensioni”.

Si tratta di un criterio che la Puglia ha scelto dovendo tutelare un bene anche collettivo - la fertilità del suolo - dovendo implementare la politica in un contesto di forte frammentazione della proprietà fondiaria.  Regione Puglia invita tutti gli agricoltori che non sono stati selezionati con il primo bando a ripresentare le domande di ammissione, anche in considerazione del fatto che non verranno richieste nuove analisi del terreno, perchè quelle già presentate dai potenziali beneficiari hanno validità cinque anni

"Tale invito vale anche per le 102 aziende che sono state dichiarate ammissibili all’istruttoria del primo bando - conclude Di Gioia - considerando che, data la capienza economica, sarà utile a soddisfarne poco più di 30”.