La neonata sigla prende le mosse dal costante processo di avvicinamento delle aziende produttrici al sistema agroindustriale, sintomo della presa di coscienza che la sola produzione non basta più per stare sul mercato e guardare all'export, e perché i rapporti di filiera si fanno sempre più stretti.
Ne è conseguita una modifica dello statuto di Confagricoltura che ha introdotto tra le Federazioni nazionali di categoria la Federazione nazionale dell'alimentare, dell'agroalimentare e dell'agroindustriale e la nascita formale di Agronetwork, con l'obiettivo di promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e più in generale del patrimonio agroalimentare, come dato identitario del paese, attraverso il consolidamento dei rapporti con le imprese di trasformazione industriale e di distribuzione, facendo network con realtà di primo piano dei mondi delle imprese, della ricerca e della formazione.
Alla presidenza di Agronetwork è stata eletta Luisa Todini, alla vicepresidenza Guido Folonari, Matteo Caroli e Denis Pantini e alla segreteria generale Daniele Rossi.
"Gli agricoltori hanno bisogno di importare idee da altri mondi, non possiamo restare chiusi dentro i recinti" ha affermato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi.
"Agronetwork nasce dalla consapevolezza della strategicità del settore agroalimentare per la ripresa economica del nostro paese, con 200 miliardi di euro di fatturato, 35 miliardi di export e quasi otto miliardi spesi in innovazione; ma dalla altrettanta consapevolezza della necessità di operare in una logica di filiera al servizio delle imprese".
"In questo senso c'è ancora molto da fare" ha confermato la presidente Luisa Todini.
"Tutti conosciamo le sfide e le insidie della concorrenza sempre più globalizzata e il potenziale inespresso che caratterizza il nostro paese, su cui incide, non ultimo, l'agire in ordine sparso, senza l'approccio sistemico che caratterizza invece altri paesi a noi vicini.
Per questo Confagricoltura, Luiss e Nomisma hanno deciso di dare vita ad un think tank strategico ad una maggiore integrazione della filiera. Non vogliamo sovrapporci ad altre iniziative, abbiamo solo voluto colmare quello che ritenevamo un vuoto".
Potranno far parte di questa associazione le imprese della produzione agroalimentare, iscritte o meno a Confagricoltura o ad altri sistemi associativi, le imprese fornitrici e clienti del sistema agroalimentare del paese, gli enti di ricerca, della certificazione, del credito e dell'assicurazione, della formazione e del trasferimento tecnologico, sia pubblici sia privati, attivi nel sistema agroalimentare. E ancora, le associazioni di categoria e di prodotto e altre organizzazioni e aggregazioni interessate al sistema agroalimentare del paese.
Agronetwork si occuperà in primo luogo di innovazione, di prodotti, di processi, anche in ambito digitale; ma anche di nuovi modelli di business in grado di sfruttare il potenziale delle moderne tecnologie e di servizi alternativi.
Tra i suoi obiettivi prioritari c'è la valorizzazione del made in Italy agroalimentare in tutte le sue declinazioni, dal marketing all'internazionalizzazione, promovendo la creazione di reti d'impresa e, infine, il grande tema della sostenibilità e dell'economia circolare attraverso iniziative e progetti in ambito ambientale, energetico, del turismo, e più in generale della tutela e valorizzazione dell'eredità culturale enogastronomica e del paesaggio italiano.
Non ancora nata, la nuova associazione ha già ricevuto manifestazioni di interesse da grandi gruppi industriali, tra i quali Sanpellegrino, Heineken e Bayer.
"La nostra università punta molto sulla filiera agroalimentare e abbiamo in progetto di avviare programmi di formazione specialistica in questo settore, puntando su innovazione e internazionalizzazione e lavorando sia sotto l'aspetto finanziario che dell'equity", osserva Matteo Caroli della Luiss.
"Il valore di Agronetwork consiste principalmente nella sua vocazione al trasferimento della conoscenza alle imprese", chiosa Denis Pantini di Nomisma.
Già pubblico il programma per il biennio 2017-2018 che prevede per l'anno in corso iniziative incentrate sulle filiere funzionali, sulla ricerca e sull'innovazione per l'agricoltura e l'industria in una prospettiva condivisa win win, sul turismo integrato sociale.
Nel 2018 saranno, invece, affrontati i temi della valorizzazione del made in Italy e delle sue filiere (l'Autentico italiano), con particolare attenzione alla qualità, tracciabilità e tutela del patrimonio agroalimentare del nostro paese e quello dell'internazionalizzazione, con l'obiettivo di ampliare i mercati di portare a 50 miliardi di euro il valore delle esportazioni agroalimentari entro la fine del decennio.