Ivano Valmori, ceo di Image Line e direttore di AgroNotizie, è stato il moderatore del convegno, che visto la partecipazione di ricercatori del Crea esperti del settore.
“Senza un forte investimento in tecnologie – ha esordito Davide Neri, direttore del Crea frutticoltura di Roma – non è possibile raggiungere obiettivi importanti in tema di miglioramento genetico. Deve essere favorita la partecipazione di diversi attori al lavoro, per cercare di perseguire un miglioramento genetico partecipato, che deve supportare la esigenze di segmento di mercato, oltre che quelle del sistema distributivo”.
“Dobbiamo fare in modo che i risultati soddisfacenti dal punto di vista della ricerca – ha spiegato Gianluca Baruzzi, del Crea frutticoltura di Forlì – possano tradursi in prezzi migliori per i produttori, oltre che in una conseguente riduzione dei costi”.
“In orticoltura il ricambio varietale è molto veloce – ha commentato Emidio Sabatini, del Crea orticoltura di Monsampolo – In questo segmento di settore è davvero fondamentale l’utilizzo delle tecnologie più innovative. Il gusto più ricercato è quello dolce, in particolare per il pomodoro”.
“Dire no agli Ogm non vuol dire chiudersi all’innovazione – ha ricordato Giuseppe Velardo, presidente di Italia Ortofrutta – L’esigenza di maggiore produttività e qualità ce lo chiede il mercato, per questo è bene ottimizzare al meglio le risorse disponibili”.
“Fra le nostre priorità c’è sicuramente l’innovazione varietale – ha ribadito Davide Neri – Sicuramente dobbiamo trovare una varietà che possa essere meno sofferente al poco freddo durante i mesi invernali; abbiamo infatti visto i problemi che abbiamo avuto in campagna quest’anno nell’ortofrutta con un inverno mite. Un altro aspetto importante è la gestione idrica, dal momento che è necessario andare verso una riduzione dei consumi d’acqua”.
“L’ocm ortofrutta offre grandi opportunità dal punto di vista delle risorse da investire nel miglioramento genetico – ha poi ricordato Velardo – purtroppo ci perdiamo spesso nella macchina burocratica lenta che con i suoi lacci e lacciuoli frena la spinta innovativa”.