Rispetto allo scorso anno, che sarà ricordato come uno dei più neri della storia dell’olivicoltura della Toscana (circa 50mila quintali), la produzione 2015 dovrebbe risalire a circa 140-150mila quintali pur rimanendo sotto la media storica (intorno a 180mila quintali). In compenso – rileva Coldiretti – la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. “La mosca – spiega Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - era stata, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno con molte aziende che avevano addirittura preferito non raccogliere per evitare di immettere sul mercato un prodotto qualitativamente non all’altezza dei precedenti. Come per il vino, anche la stagione dell’olio è fino a qui molto positiva. Ci sono tutti i presupposti per un prodotto di altissima qualità”.
L’analisi
Il primo momento delicato del processo produttivo, la fioritura/allegagione, non è stato molto positivo. E’ stato caratterizzato da alcune giornate molto calde che hanno sicuramente diminuito la capacità d’allegagione, riducendo in partenza la produzione attesa. Dopo questo primo momento difficile, non si sono verificati altri eventi negativi; gli olivi hanno sopportato senza particolare stress il grande caldo del mese di luglio che invece ha contrastato gli attacchi di mosca consentendo di arrivare all’ultimo periodo senza necessità di interventi di difesa. Le piogge del mese di agosto hanno consentito alle piante di recuperare l’equilibrio vegetativo proseguendo nel loro sviluppo produttivo. Il risultato è un’annata quantitativamente medio-scarsa, ma le aspettative, rispetto alla qualità, sono sicuramente grandi. La maturazione sta procedendo secondo processi normali. Si confermano ancora una volta i circa 10-15 giorni di differenza fra la zona costiera e le aree interne. In alcune zone la raccolta è già iniziata anche se la motivazione di tanta sollecitudine sembra essere dettata più dall’emotività derivante dagli effetti dalla scorsa campagna che tecnica. I primi oli ottenuti confermano una qualità eccezionale.
I numeri dell’olivicoltura in Toscana (fonte Istat - Agea)
L’olivo è diffuso in tutta la Toscana con circa 93.000 ettari di superficie olivicola in produzione, situati per il 90% in zone collinari o di bassa montagna e distribuiti prevalentemente nelle province di Firenze, Grosseto, Siena e Arezzo. Sono 77mila le aziende che coltivano olivi (6,5% a livello nazionale) ma il 43% di esse ha una superficie inferiore all’ettaro, il 60% inferiore a due ettari. In Toscana ci sono oltre 17 milioni di piante (pari al 9,7% a livello nazionale), delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, Pendolino e Olivastra Seggianese. Il dato medio toscano di produttività di olio per pianta risulta molto basso: appena 1,2 Kg, come media degli ultimi dieci anni, nettamente al di sotto della media nazionale. Complessivamente sono 100mila gli occupati tra diretti e indiretti. Sono oltre 400 i frantoi oleari (dei quali 360 attivi), distribuiti su tutto il territorio, che consentono una tempestiva lavorazione delle olive in un periodo di tempo sempre più ristretto, con riflessi molto positivi sulla qualità dell’olio.
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Fonte: Coldiretti Toscana