Al Mercato Metropolitano è possibile incontrare gli agricoltori e scegliere tra frutta e verdura freschissima, di stagione, a chilometro zero e ad un prezzo contenuto. Ma si può anche passeggiare tra gli stand che espongono prodotti tipici e sorseggiare un bicchiere di vino mentre si ascolta musica dal vivo o si guarda un film proiettato nel piccolo cinema all'aperto.
“Abbiamo partecipato ad un bando delle Ferrovie dello Stato per aggiudicarci l'area degli ex magazzini. Lo abbiamo vinto e in pochi mesi abbiamo ideato e costruito il Mercato Metropolitano”, spiega Ambrogio De Ponti, presidente di Unaproa. “Lo scopo era quello di mettere a disposizione dei nostri agricoltori uno spazio in cui incontrare i cittadini e mettere in vendita i prodotti della terra. Ma grazie all'Expo è anche un'occasione per internazionalizzarsi, entrare cioè nella condizione mentale che ormai il mondo è globale e che una delle strade da percorrere per crescere è esportare”.
L'obiettivo del Mercato Metropolitano è quello di creare un modello da trapiantare in ogni città del globo, pur conservando le peculiarità di ogni Paese. L'Italia, d'altronde, è uno Stato in cui il settore agricolo, specialmente nell'ortofrutta, non riesce ad esportare quanto potrebbe. Le cause? “C'è una condizione mentale e una innata disorganizzazione - spiega De Ponti - ma anche il nostro Paese ci mette i bastoni tra le ruote. Basta pensare al costo dell'energia, a quello della manodopera, ma soprattutto alla burocrazia che rallenta ogni cosa”.
Il Mercato Metropolitano (MM, come la Metropolitana milanese) resterà aperto durante tutto il periodo di Expo, ma gli organizzatori giurano che andrà anche oltre. I 15 mila metri quadri di esposizione stanno dando lavoro ad un migliaio di persone, se si considera anche l'indotto, e hanno rivitalizzato un'area che fino a poche settimane fa era abbandonata. Una iniziativa che ha migliorato la città e ha offerto un'opportunità agli agricoltori per affacciarsi sul mondo.