“Copagri non delegherà più la rappresentanza dei propri associati”. Con queste parole il presidente Copagri, Franco Verrascina, ha aperto a Roma la prima giornata del IV Congresso nazionale della sua associazione. “Copagri è una realtà che nessuno può eludere a partire da coloro che si ostinano a non riconoscere la nostra legittimità a rappresentare le nostre imprese al tavolo contrattuale – ha spiegato Verrascina riferendosi ai tavoli su cui si discutono i contratti nazionali -. Oggi siamo un’onda sempre più alta e non vorremmo trasformarci in uno tsunami”.

È un fiume in piena Verrascina, che nella sua relazione ne ha per tutti, associazioni di categoria, politici nostrani ed ‘eurocrati’.
Tra i principali punti focali della relazione, la necessità che tutti gli attori del settore primario rafforzino quelle relazioni necessarie a conferire la necessaria coesione per poter spingere al cambiamento il sistema produttivo italiano. In pratica: fare tutti un passo indietro per presentare un fronte compatto contro la linea politica della Ue, “tutta rivolta al rigore e per nulla allo sviluppo”.
Questo nuovo fronte comune dovrebbe essere improntato, secondo Verrascina, al senso del cambiamento che attraversa l’Italia, finalizzato a correggere tutto ciò che frena le potenzialità del Paese attraverso una netta preferenza per azioni concrete che sostituiscano alle chiacchiere e ai proclami, intenti, decisioni e fatti. Ossia le stesse cose che il settore chiede da anni alle istituzioni.

Sarebbe l’internazionalizzazione, secondo Verrascina, la via per la competitività. Ciò soprattutto nell’ottica di aumento della domanda a livello mondiale. Un campo in cui però il potenziale del nostro Paese é fortemente limitato da contraffazioni e imitazioni, che ci costano “due o tre punti di Pil in più”.Al nostro interno – ha spiegato il presidente Copagri – c’è da rilanciare quel ciclo virtuoso fatto di adeguato potere d’acquisto, rilancio dei consumi, produttività. Il problema va risolto a Bruxelles per contenere il debito occorre crescere. Questo dobbiamo pretendere, a partire dal semestre di Presidenza italiana dell’UE, dimostrando noi per primi affidabilità. Non è più tollerabile, ad esempio un uso troppo parziale dei fondi strutturali, quando c’è da investire nelle imprese, nel lavoro, nei giovani. Occorre trasformare ostacoli, per esempio, in tema di mercato fondiario, credito, burocrazia, in leve di sviluppo”.




Franco Verrascina, presidente nazionale Copagri
 
Se sul fronte interno Verrascina non ha lesinato gli apprezzamenti per gli sforzi fatti nella direzione delle semplificazioni, dello sviluppo del made in Italy, sulla razionalizzazione della spesa e su lavoro e giovani, su quello internazionale non sono mancate critiche alla Pac, in particolare alla distribuzione delle risorse tra, e del primo e secondo pilastro.
“Sull’agricoltore attivo abbiamo sempre sottolineato che è giusto sostenere chi vive di agricoltura, ma non troviamo utile separare il prodotto dalle funzioni altrettanto importanti legate alla tutela dell’ambiente e del territorio, al valore della superficie aziendale o del volume delle produzioni”, ha detto.
 
Non è mancato un accenno all’Expo, dove Copagri sarà presente con uno stand di 500 metri quadri, e che dovrebbe essere interpretato – almeno nella presenza dei trader – non come una vetrina statica, ma come un evento dinamico che li porti alla scoperta dei percorsi produttivi delle nostre eccellenze sui luoghi di origine.
 


Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina
 
“Nonostante le vicende a tutti ben note – ha dichiarato il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina Expo rimane una piattaforma strategica che va collegata all'Italia intera e con un potenziale formidabile. Sono 147 i Paesi presenti all'Esposizione e sono già stati venduti 3 milioni di biglietti, 500 mila dei quali in Cina”.
Non di solo Expo ha parlato il ministro, che ha dichiarato di apprezzare la linea di Copagri sull’evoluzione dell'assetto della rappresentanza e ha sollecitato una riflessione sugli esempi che ci giungono dall’estero.
In tema di Pac Martina ha difeso la sua scelta di confrontarsi con Regioni e associazioni, ha rivendicato i passi avanti fatti nella questione Agea e annunciato che nel decreto derivato dall’iniziativa #campolibero sarà contenuta l’istituzione del ‘Registro Unico dei Controlli
 
Hanno concluso la prima giornata di lavori gli interventi del presidente Cia, Dino Scanavino, che ha auspicato un rafforzamento della centralità della concertazione per raggiungere una maggiore operatività; del presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, che ha promosso il superamento delle logiche egoistiche in favore dell’interesse generale; del presidente dell'Anbi, Massimo Gargano, che ha sottolineato come la riforma dei consorzi di bonifica non ha coinvolto il sud, dove sarebbe necessario un piano irriguo finanziato dai fondi di coesione. Il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, infine, ha appoggiato – “anche a costo di una battaglia con Cgil, Cisl e Uil” -  la richiesta della copagri di sedere al tavolo per il rinnovo del contratto di operai ed impiegati agricoli.