Fornire le prime indicazioni ai rappresentanti politici in Europa in vista del futuro trilogo che impegnerà, a partire dall’11 aprile, il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Ue e la Commissione europea per l'approvazione della Riforma della Politica agricola comune “verso il 2020”.
Questo l'obiettivo dell’incontro promosso a Roma da Agrinsieme con il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, e l’onorevole Giovanni La Via, componente della Commissione Bilancio dell’Europarlamento.
Le indicazioni emerse dovrebbero rappresentare, secondo gli organizzatori, il punto di vista delle imprese in ordine alle priorità negoziali da perseguire nella fase di definizione della prossima Pac, con l’apertura formale del cosiddetto “trilogo”, dove si dovrà necessariamente trovare una sintesi delle posizioni di Consiglio e Parlamento.

“Ci attende un cambiamento epocale – ha dichiarato Giuseppe Politi, coordinatore Agrinsieme – e dobbiamo essere pronti ed incisivi e fare proposte coerenti che vadano nella direzione di un’agricoltura professionale, competitiva sui mercati internazionali e attenta al tempo stesso ai temi dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile”.
Le priorità di Agrinsieme coincidono in maniera quasi perfetta con la posizione che nel trilogo sarà sostenuta dal Parlamento europeo. Tale unità d'intenti dovuta alle modalità seguite dalle istituzioni comunitarie nel raggiungimento delle rispettive prospettive; con il Consiglio che ha preferito elaborare la proposta base di Ciolos, apportando modifiche non strutturali. Mentre il Parlamento, almeno stando a quanto spiegato da De Castro, ha seguito la strada di una revisione radicale della proposta basandosi sulle indicazioni provenienti da tutti i componenti del settore. 

Giovanni Politi, coordinatore Agrinsieme (Foto © Alessandro Vespa)

“Le nostre priorità negoziali – ha detto Politi – aprono all’inserimento dei giovani in agricoltura e favoriscono la crescita delle nostre imprese, senza penalizzare i produttori storici. Crescita che si potrà ottenere non solo con strumenti di mercato adeguati, ma anche rafforzando ulteriormente tutte le misure che favoriscono l’equilibrio domanda-offerta, la salvaguardia e l’aumento del reddito degli operatori di settore”.
Tra i punti su cui le organizzazioni agricole e le centrali cooperative hanno trovato un’intesa, c'è il giusto equilibrio tra la definizione di agricoltore attivo, professionale e rivolto al mercato e sul sostegno ai piccoli agricoltori.
Analoga ricerca di equilibrio anche sul tema del greening, dove l’obiettivo è far coesistere le corrette pratiche agronomiche per la tutela dell’ecosistema con il mantenimento dei livelli produttivi per rispondere alla domanda mondiale di prodotti agricoli.
“Rispetto alle misure di mercato e al 'secondo pilastro' – ha spiegato ancora Politi – l’attenzione di Agrinsieme è rivolta all’ottenimento di adeguati strumenti di politica agricola settoriale e di promozione dello sviluppo delle aree rurali; nonché politiche di sostegno all’aggregazione a favore di Organizzazioni dei produttori ‘attive’, effettivamente costituite da agricoltori e finalizzate alla commercializzazione della produzione dei propri soci”.

Si è parlato infine semplificazione amministrativa e di rafforzamento delle misure che riguardano la gestione del rischio (assicurazioni e fondi mutualistici).
Nelle prossime settimane, ha annunciato Politi, “si intensificheranno i contatti con le istituzioni europee ed è essenziale essere pronti a fornire risposte tempestive e chiare sulle aspettative del mondo produttivo. Agrinsieme rappresenta l’agricoltura del passato, del presente e del futuro, ma non può esserci un futuro per un’agricoltura che non abbia come suo centro l’agricoltore”.