Sono passati 30 anni dalla fondazione del primo nucleo Carabinieri, allora operante in seno al ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, dedicato alla lotta al crimine legato al mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare.
In questo periodo quello che poi è diventato l’attuale Nucleo Antifrodi Carabinieri si è evoluto e sviluppato anche grazie all’incessante azione di contrasto della criminalità, fosse essa più o meno organizzata.

Basti pensare alle note vicende delle scommesse nel mondo dell’ippica, del vino al metanolo e al più recente allarme sulle frodi nel sistema dei finanziamenti comunitari e degli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
Tra le “normali” competenze dei Nac spiccano oggi il contrasto alle frodi ai danni della Comunità europea e quello alle frodi alimentari, intese quest’ultime in particolare nella nuova forma dell’agropirateria.

I risultati, ancora parziali, dell’ultimo anno di attività dei militari dell’Arma possono essere riassunti in 2.290 aziende agricole controllate e tonnellate di prodotti agroalimentari sequestrati tra gennaio e ottobre.

Va segnalato l’importante incremento dei controlli rispetto al 2011, quando il totalizzatore si è fermato a quota 1.768, con l’accertamento di 281 violazioni penali e amministrative (a fronte delle 351 del 2011) dello scorso anno e 3.899 le tonnellate di prodotti agroalimentari sequestrati per un valore di quasi 6 milioni di euro (nell’anno precedente erano state 7.128 tonnellate per un valore di circa 19 milioni di euro).
IIn tema di finanziamenti, sono stati scoperti di illeciti per 5 milioni di euro (3 in meno rispetto al 2011) con il deferimento all'autorità giudiziaria di 311 soggetti (21 meno del 2011).


Il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania (Foto Alessandro Vespa ©)


Per festeggiare l’anniversario della fondazione e tirare le somme dell'attività operativa 2012 si è svolto a Roma un incontro al quale ha partecipato il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, il colonnello Maurizio Delli Santi, comandante dei Nac, il presidente del Consiglio nazionale anticontraffazione, Daniela Mainini e il direttore generale dell'Inea, Alberto Manelli. 

"Ci troviamo in una situazione in cui a causa della presenza dell'illegalità vengono stravolte le dinamiche economiche del Paese nel Sud ma non solo – ha affermato il ministro -. Si tratta di una serie di comportamenti che minano l'economia legale impedendo alle attività legali di creare ricchezza ed è per questo motivo che il nostro Governo si è impegnato sin dal primo minuto in un'azione in difesa dei valori etici e giuridici della nostra società che sono messi in ombra da queste patologie che rovinano l'immagine dell'Italia".

L'Italia, stando a quanto ha aggiunto il ministro, è pervasa da radicati comportamenti illegali che risultano fortemente lesivi per il Paese e che rendono la lotta all’illegalità non solo una priorità etica e giuridica, ma un vero e proprio imperativo categorico per non condannare le future generazioni a vivere in una nazione mutilata di uno degli elementi indispensabili per potersi dire civile.

"Il fenomeno dell’illegalità ha raggiunto nel nostro Paese limiti che superano di gran lunga quelli fisiologici di qualsiasi nazione, minando la convivenza civile e il quotidiano economico – ha concluso Catania – la lotta a questo fenomeno deve essere la stella polare non solo di questo governo per il tempo che gli rimane, ma anche di quelli che ci succederanno. Solo seguendo questa strada senza deviare o rallentare potremo dare al Paese la svolta di cui ha bisogno".





Il colonnello Maurizio Delli Santi, comandante dei Nac (Foto Alessandro Vespa ©)

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