Più calorie e conservanti, aumento del prezzo, meno scelta e gusti imposti dall'alto. Queste le critiche mosse dalle industrie del settore alla norma che prevede l'aumento dal 12 al 20% del contenuto di frutta in alcune bevande. Interessate al decreto Balduzzi, dal nome del ministro della Salute che lo ha promosso, sono le bevande che richiamano nel loro nome un frutto. Le aranciate, per fare un esempio, sono fra quelle interessate alla modifica. Ma saranno coinvolte anche altre bevande i cui aromi si ispirano alla frutta. Ne ha parlato anche Agronotizie nella scorse settimane per sottolineare gli effetti positivi che da questa decisione potranno ricadere sulle produzioni agrumicole. Le stime di Coldiretti dicono che la nuova norma consentirà di vendere 200milioni di chili di arance in più. Ma l'obiettivo del decreto, ovviamente, è un altro, quello di aumentare la quantità di frutta assunta in particolare dai giovani, che sono fra i maggiori consumatori di queste tipologie di bevande. Giovani che, dicono le statistiche, stanno consumando meno frutta.

 

La contrarietà delle industrie

Ecco spiegate le motivazioni che hanno portato all'emanazione del “decreto Balduzzi” che ai commi 16 e 16 bis dell'articolo 8 prevede che le bibite vendute con il nome di uno o più frutti a succo e le bevande con nome di fantasia il cui gusto ed aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, debbano contenere almeno il 20% di frutta. Le nuove disposizioni interessano circa 900 milioni di litri di bevande e Assobibe e Mineracqua, associazioni che raccolgono gli operatori del settore, hanno subito manifestato a gran voce la loro contrarietà. “Pur condividendo l'esigenza di promuovere il consumo di frutta fresca - si legge nel comunicato diramato da queste associazioni - la ricetta pensata appare inadeguata e distonica.” E ora le industrie del settore, per voce del direttore di Assobibe, David Dabiankov, si augurano che da Bruxelles arrivi uno stop all'applicazione delle nuove norme che dovrebbero altrimenti diventare efficaci fra otto mesi.

 

La risposta del Ministro

Pronta la risposta del ministro Renato Balduzzi che ha dichiarato: “Trovo alquanto singolare che una Associazione si preoccupi di tutelare soltanto gli interessi economici dei propri associati senza tener conto dei possibili vantaggi, in termini di salute, per i consumatori dei loro prodotti.” Sulla possibilità poi che possa esserci un intervento di Bruxelles, una nota del ministero sottolinea che non vi sono a livello europeo disposizioni in merito alla percentuale di succo che deve essere presente nelle bevande. E il provvedimento, che mira a tutelare i consumatori e in particolare i giovani che più di altri assumono queste bevande, non interviene sulla libera circolazione di altri prodotti.

 

In attesa di Bruxelles

Si accontenterà Bruxelles di questa spiegazione? Le lobby del  settore hanno già lanciato la loro controffensiva al decreto Balduzzi. Che non si fermerà a Roma, ma busserà pure alle porte di Bruxelles. Meglio agendarsi la data, 31 luglio. In quei giorni il decreto Balduzzi dovrebbe diventare operativo per la parte che riguarda le bevande. In caso contrario avranno prevalso le tesi (e gli interessi) delle industrie, mentre gli agrumicoltori avranno perso un'altra opportunità.