I risultati dell’incontro, esposti dai ministri Mario Catania, Miguel Arias Cañete e Stephane Le Foll in una breve conferenza stampa che ha seguito il vertice, sono stati buoni, con il raggiungimento di una forte ed estesa visione comune sulle principali tematiche che terranno banco a Bruxelles nel prossimo futuro.
Mantenimento del budget Pac
Il ruolo della Pac in un’ottica di crescita, occupazione, ambiente e innovazione nelle zone rurali europee, e per la partecipazione dell'Europa negli equilibri alimentari mondiali è stato ritenuto fondamentale, con la conseguente intenzione comune di battersi in sede Ue affinché il relativo budget sia mantenuto al livello della proposta della Commissione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020.
Lo scopo prefissato è quello di mantenere una Politica agricola comune forte, con un bilancio agricolo costante. In sede di discussione, i tre Paesi potranno accettare una certa convergenza, progressiva e ragionevole, tra Stati membri del livello degli aiuti.
Per ottenere un risultato equilibrato, i ministri hanno riconosciuto la necessità di concordare soluzioni adattate che tengano conto della situazione specifica degli Stati membri il cui livello di aiuti si discosta sensibilmente dalla media europea.
In omaggio a una indispensabile elasticità nella nuova Pac, i ministri hanno infine sottolineato l'interesse a prendere in considerazione alcune circostanze e parametri specifici, quali il valore della produzione o il valore aggiunto.
Mantenimento degli aiuti agli indigenti
Altra convergenza totale c’è stata sul tema del comune sostegno alla prosecuzione di un programma di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nel prossimo quadro finanziario pluriennale; un argomento che per il governo italiano rappresenta una dichiarata priorità.
Lo strumento, attivo da un quarto di secolo e che ha consentito di sfamare milioni di persone,
è infatti attualmente messo in pericolo da quei paesi, Germania in testa, che vorrebbero ridurre l’aspetto sociale della politica comunitaria e ricondurre gli aiuti ai soli bilanci nazionali.
No alla “Flat Rate”
I ministri hanno sottolineato come non sia ritenuta opportuna la convergenza obbligatoria all’interno di ogni Stato verso un importo unico durante il prossimo periodo. Gli Stati membri dovrebbero poter disporre di una certa flessibilità in termini di convergenza interna degli aiuti del primo pilastro per evitare di destabilizzare le filiere e le regioni agricole.
Ogni Stato dovrebbe inoltre poter eventualmente scegliere di non garantire diritti ad alcune superfici specifiche.
Compatibilità tra greening e agricoltura
Secondo i tre ministri, è possibile sostenere l'orientamento generale delle proposte della Commissione in materia di greening per rafforzare la legittimità della Pac, a condizione che i cambiamenti siano adottati in modo da facilitarne l’attuazione e il rispetto da parte degli agricoltori, senza gravare sulla produzione agricola.
In questo contesto, diviene fondamentale tenere in considerazione la specificità delle colture permanenti.
Sviluppo rurale, aiuti accoppiati e riserva di crisi
Ulteriori punti di convergenza sono stati quelli della necessità di mantenere un quadro di aiuti accoppiati alla produzione nel primo pilastro della Pac dotato di un bilancio sufficiente ad affrontare le specifiche difficoltà settoriali e la volontà di mantenere il secondo pilastro, per la sua particolare importanza nel garantire la sostenibilità a lungo termine delle aree rurali.
I tre Paesi faranno inoltre fronte comune nel chiedere l'adozione di disposizioni che consentano una maggiore reattività in caso di crisi dei mercati attraverso strumenti efficaci, sottolineando l'importanza di una riserva di crisi per il settore agricolo e la necessità di preservare i crediti corrispondenti nei negoziati di bilancio in corso.
Irrigazione, ortofrutta e diritti di impianto
Per quanto riguarda gli investimenti destinati al miglioramento degli impianti di irrigazione, i ministri sosterranno il finanziamento di opere che permettano di migliorare l'efficienza energetica, l'efficienza idrica, l'utilizzo di acqua riciclata e la capacità di regolazione (in particolare attraverso riserve artificiali di acqua), tenteranno di mantenere nella futura Pac l'obbligo di indicare l'origine per la filiera dell’ortofrutta e si batteranno per il mantenimento dei diritti di impianto delle vigne, elemento ritenuto fondamentale per la salvaguardia della qualità da tutti i paesi produttori.
Buone notizie, infine, anche sul tema della concorrenza, dove sarà caldeggiato un rafforzamento del potere economico dei produttori nella catena e un'applicazione di leggi sulla concorrenza modulare, che tenga conto delle specificità del settore agricolo e consenta alle organizzazioni di produttori e interprofessionali di svolgere appieno il loro ruolo.
"È stato un incontro importante - ha commentato il ministro Catania – che ha confermato e definito una convergenza significativa e più che soddisfacente su temi di estrema importanza per l’agricoltura".
La ferma volontà di lavorare sullo stesso fronte è stata ribadita anche dai ministri spagnolo e francese, quasi a voler creare una sorta di patto d’acciaio per far fronte a chi intenda continuare a ridurre l’agricoltura europea a “roba da contadini”.
Se è vero, allora, che l’unione fa la forza, non rimane che vedere se questa forza sarà sufficiente.