Buone notizie per il tabacco italiano: rinnovata l'intesa triennale tra Mipaaf e Philip Morris italia.

In base all'accordo siglato nei giorni scorsi in via XX Settembre tra il ministro Saverio Romano e l'amministratore delegato di Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli, l'azienda manifatturiera si impegna ad acquistare una quota - cresciuta del 25% rispetto a quanto concordato per il 2010, della produzione tabacchicola italiana per il prossimo triennio commerciale - a fronte del rispetto degli standard qualitativi previsti dall'azienda stessa.

Si tratta” ha spiegato Romano a conclusione dell'incontro, “di un accordo realizzato d'intesa con il ministero della Salute, dello Sviluppo economico e dell'Economia e delle finanze, con la volontà di garantire la certezza di un lavoro ai 60mila addetti della filiera tabacchicola nazionale".

Sulla base dell'intesa, Philip Morris sosterrà inoltre progetti di ricerca per il miglioramento qualitativo delle produzioni, oltre a sessioni di formazione rivolte al personale del Ministero, delle associazioni di coltivatori e degli altri enti coinvolti per la divulgazione delle buone pratiche agronomiche.

Un passo, secondo Romano, decisivo per un comparto “molto importante per l'economia italiana” e che crea per le aziende nazionali dislocate in particolare in Campania, Veneto ed Umbria e più marginalmente Lazio, Toscana e Abruzzo, le basi per produzioni di qualità aiutando gli imprenditori agricoli a pianificare il loro lavoro nel tempo.

Una boccata d’ossigeno per un comparto in difficoltà” l'accordo che, secondo Romano, rappresenta “un successo e una risposta concreta alle richieste provenienti dagli operatori del settore”. Un settore, lo ricordiamo, che coinvolge nella coltivazione e prima trasformazione del tabacco oltre 60mila addetti in più di 5.700 aziende che garantiscono 33milioni di ore di lavoro all'anno nelle sole campagne.

"L'accordo” ha aggiunto Sidoli, “va a rinnovare un'intesa politico-programmatica raggiunta nel 2005 con il Ministero e già rinnovata nel 2007 la cui finalità è rafforzare e generare sicurezza ad una filiera insicura".

A fronte dell'impegno di acquisto assunto da Philip Morris Italia, le associazioni o unioni di coltivatori e trasformatori si impegnano a rispettare gli standard qualitativi dell’azienda; inoltre, il ministero si impegna a collaborare con i dicasteri della Salute, dell’Economia, dello Sviluppo Economico e del Lavoro per coordinare le politiche che coinvolgono il settore a livello nazionale ed europeo.

"I produttori che forniranno il tabacco” ha precisato l'amministratore delegato di Philip Morris italia “saranno indicati dalla Coldiretti, secondo l'accordo raggiunto lo scorso anno”.
L'accordo si pone in continuità con l'intesa quadriennale del 2010 tra Coldiretti e Philip Morris per l'acquisto di tabacco italiano, l'accorciamento della filiera, il miglioramento qualitativo del tabacco nazionale, la sostenibilità e la maggiore competitività del settore. “Per garantire gli oltre 60mila posti di lavoro” ha commentato Coldiretti esprimendo soddisfazione per il verbale d'intesa, “sono necessari adeguati impegni all'acquisto del tabacco coltivato in Italia da parte di tutte le manifatture. Per questa ragione”, conclude l'associazione “una analoga assunzione di responsabilità deve essere assunta anche delle altre industrie manifatturiere che, peraltro, realizzano sul mercato nazionale importanti profitti con la vendita delle sigarette"

Dello stesso parere Confagricoltura che sottolinea come “in un momento così difficile per la produzione di tabacco in cui l’annullamento dei sostegni pubblici per un settore che necessita di forti investimenti rende ancora più urgente rinsaldare i rapporti di filiera, l’accordo porta linfa viva e stabilità alla tabacchicoltura e ai suoi addetti”.

Un passo importante infine, secondo Pietro Pellegrini Segretario nazionale Uila-Uil che auspica, a breve, la definizione di medesimi accordi anche con la Japan Tobaco, l'Imperial Tobaco, Bat e Manifatture sigaro toscano.
"Un tale accordo” ha spiegato Pellegrini “deve essere di esempio per le future decisioni che si prenderanno in Europa in merito alla definizione della Pac. Come noi sosteniamo da tempo” ha concluso, “il lavoro deve essere uno dei parametri cui legare l'erogazione dei premi".