L'appuntamento è per il 26 febbraio, con un sit-in in piazza Montecitorio, a Roma, per dare corpo alle preoccupazioni degli agricoltori, stretti fra la morsa della crisi e il disinteresse del mondo politico. A lanciare l'allarme e l'invito alla mobilitazione è la Cia (Confederazione italiana degli agricoltori) che attraverso questa iniziativa intende sollecitare interventi straordinari per sostenere le imprese del settore. E che ci siano seri motivi di preoccupazione per le sorti delle imprese agricole lo testimoniano le 20mila aziende che nei 12 mesi del 2008 sono state costrette a chiudere i battenti, travolte dalle difficoltà. Colpa non solo della difficile congiuntura di mercato che non risparmia nessun settore, ma anche degli oneri burocratici, dell'aumento dei costi, dell'esiguità dei sostegni anche di fronte alle calamità  naturali, solo per citare alcuni dei problemi di maggiore attualità. E ora il timore è che nei prossimi tre o quattro anni, se non si interviene, la stessa sorte possa coinvolgere almeno altre 250mila aziende. La Cia si presenta dunque a Roma chiedendo fra l'altro sgravi dei contributi, una burocrazia meno oppressiva, il finanziamento del fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, la modifica del decreto sulle quote latte.

 

Arrivano i Gie

Non solo proteste, ma anche proposte quelle che il 26 febbraio saranno rivolte al “Palazzo”. Il sit-in di piazza Montecitorio sarà infatti preceduto, nella mattinata del 26 febbraio, da un incontro al Palazzo dei Congressi, dove si riuniranno i Gruppi di interesse economico (Gie) che si sono costituiti in queste ultime settimane nelle varie realtà locali della Cia. Da questo incontro prenderanno corpo, a livello nazionale, sette Gie (olio, vino, zootecnia, ortofrutta, cereali, florovivaismo, colture industriali) che avranno il compito di sviluppare un’azione incisiva a tutela e valorizzazione dei settori portanti dell’agricoltura italiana.

“E’ una situazione non più tollerabile - afferma il presidente della Cia, Giuseppe Politi – e in questi giorni più volte abbiamo sostenuto la necessità di misure incisive. Nessuna risposta è venuta dal Governo. Per questo - ha avvertito il presidente della Cia - diciamo basta alle promesse puntualmente mancate. La nostra mobilitazione riprenderà con grande decisione. Andremo in piazza per far sentire, in modo vibrante, la voce della protesta degli agricoltori italiani, che sono stanchi di restare inascoltati, anche quando le questioni assumono contorni drammatici, come quelli attuali”.