Gianni Pagliari, allevatore di Campitello di 68 anni, è stato eletto presidente della sezione Suini dell'Associazione mantovana allevatori per il triennio 2016-2018.
Insieme a lui il Consiglio direttivo è formato da: Giulio Benatti, Bruno Bompieri, Lorenzo Fontanesi, Thomas Ronconi, Stefano Salvarani, Matteo Sbarra, Stefano Sereni, Claudio Veronesi, Ferdinando Zampolli, Guido Zanetti.
Il presidente dell'Associazione mantovana allevatori, Roberto Chizzoni, è membro di diritto.

Gianni Pagliari, insieme al fratello Attilio e ai figli Donato e Davide, gestisce due scrofaie a Campitello di Marcaria e a Nogarole Rocca (Vr).
La produzione complessiva degli allevamenti a ciclo chiuso è di circa 40mila suini all'anno.

"Ringrazio il presidente dell’Ama ed il consiglio della sezione Suini che ha valutato positivamente l'attività di coordinatore che ho rivestito dalla scomparsa dell'amico Pier Emilio Sbarra e che mi ha eletto per proseguire il percorso in questo momento particolarmente delicato per la suinicoltura" dichiara Pagliari.
"Il comparto sta attraversando una grave crisi, per una combinazione di eventi che vanno dall'embargo russo alla demonizzazione delle carni rosse, ma anche ad una frammentazione della filiera che non giova certo ai produttori di suini".

Fra gli obiettivi della sezione Suini dell'Ama, Pagliari indica la difesa della produzione che nel mantovano si attesta intorno ad 1,1 milioni di capi, ma anche il rilancio della Commissione unica nazionale (Cun).
"Purtroppo rispetto alla iniziale proposta del ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che aveva indicato come obiettivo la realizzazione di un Mercato unico nazionale - ricorda Pagliari - si è passati alla creazione di una Commissione unica nazionale, che tuttavia non è stata risolutiva per la rilevazione dei prezzi, con effetti negativi essenzialmente per la parte allevatoriale. Credo che si debba avviare un nuovo percorso finalizzato alla formazione e rilevazione di un prezzo che sia un reale riferimento per le compravendite, allineato al mercato".

Altro tema da valorizzare è l'etichettatura, magari attraverso un referendum popolare.
"Anche la carne suina deve poter beneficiare delle regole chiare di cui gode la carne bovina - specifica Pagliari - perché il consumatore deve essere informato e la filiera suinicola nazionale deve poter vedere la corretta valutazione della propria produzione. Sono convinto che se dovessimo indire un referendum per l'etichettatura ci sarebbe un plebiscito".

Migliorando la redditività, è convinto Gianni Pagliari, si potrà investire in nuove tecnologie ed ottimizzare le performance nelle aziende agricole, assicurando un futuro più roseo agli allevatori.
Per Pagliari la sfida sul fronte provinciale, sarà quella di coinvolgere un numero sempre più ampio di allevatori con nuovi servizi dell'Ama, mentre a livello comunitario sarà arrivare all'allargamento della Pac anche nelle aziende suinicole, finora rimaste escluse dagli aiuti diretti della Politica agricola comune.