Ci ha pensato lo scandalo diossina ad aggravare la già difficile situazione della suinicoltura europea e che in Italia è persino più pesante che negli altri paesi. Bruxelles ha così deciso di riaprire gli aiuti allo stoccaggio privato delle carni (se ne è parlato anche la scorsa settimana su Agronotizie) nel tentativo di ridare sostegno ai mercati, dopo il calo dei consumi che ha fatto precipitare i prezzi. Già dal primo febbraio è così operativo il regolamento Ue n. 68/2011 del 28 gennaio che definisce le misure di aiuto per lo stoccaggio. Hanno accesso a questi sostegni gli operatori che assumendone i costi e i rischi sono disponibili ad immagazzinare la carne suina per un periodo che va da un minimo di tre mesi ad un massimo di 5. Se le difficoltà di mercato dovessero continuare la Commissione potrebbe prendere in esame la possibilità di ampliare il periodo di stoccaggio. Al termine di questo periodo la carne potrà essere immessa sul mercato europeo o su quello internazionale. L’importo degli aiuti varia in funzione del periodo di stoccaggio e dei tagli stoccati.
I commenti e le proposte
L’apertura dell’aiuto all’ammasso privato è stata accolta con favore da Fedagri che per voce del presidente del settore zootecnico, Giovanni Bettini, ha chiesto che alle misure comunitarie si affianchino iniziative di carattere nazionale. Fra queste un valido sistema di etichettatura e l’autodisciplina delle produzioni Dop, richieste che devono però fare i conti con quanto si sta discutendo a Bruxelles nell’ambito del “pacchetto” qualità.
A tirare per la giacca il ministro Giancarlo Galan per interventi a favore della suinicoltura arriva anche l’Associazione mantovana allevatori che ha ricordato al ministro l’impegno degli allevatori di allineare la genetica in allevamento alle nuove modalità di valutazione dei cosci, impegno che imporrebbe uno slittamento dei controlli sulle cosce. Fra le richieste degli allevatori mantovani figura anche la messa a punto di un listino specifico in Borsa merci per i suini iscritti al Consorzio del suino pesante padano. Al pari dei colleghi suinicoltori di Padova, anche da Mantova arriva la richiesta di aiuti per quegli allevatori che decidono di ridurre la produzione. Una bella idea per ridare tonicità al mercato allentando la pressione produttiva. La difficoltà sarà quella di trovare i fondi necessari a sostenere il progetto. La situazione delle casse dello Stato non lascia spazio all’ottimismo.