Il trend della bilancia cerealicola non si arresta e il passivo già verificatosi nei primi due mesi del 2023 si consolida, portandosi nel primo trimestre dell'anno in corso a 1 miliardo di euro (per la precisione 1.014,6 milioni di euro) in peggioramento rispetto ai 798,4 milioni di euro del 2022.
L'aumento del deficit è dato dal forte aumento nei valori di 346,8 milioni di euro (+15,6%) a fronte di una sostanziale stabilità nelle quantità vendute. Crescono i cereali in granella (+200mila tonnellate, +5,6%), tirato in particolare dal grano duro (+384mila tonnellate), a fronte dei cali su grano tenero (-142mila tonnellate), orzo (-31.500 tonnellate), mais (-3mila tonnellate) e altri cereali (-4mila tonnellate). Aumento dell'import per il riso (circa +13mila tonnellate).
Per quanto riguarda le oleaginose e le relative farine, si riscontra un calo delle quantità importate di semi e frutti oleosi (+82mila tonnellate, -11%) e della farine proteiche vegetali (+35mila tonnellate, -5,5%). Sul lato export cresce anche qui il valore (+130,6 milioni di euro, +9,2%), rispetto allo stesso periodo del 2022, con un calo nelle quantità di 216mila tonnellate.
Scendono le quantità esportate di cereali in granella (-162mila tonnellate, dovuto soprattutto al grano duro), i prodotti trasformati (-41.800 tonnellate) e le paste alimentari (-12.800 tonnellate, in particolare verso i Paesi comunitari). Cresce l'export di semola di grano duro (+21,4%) e dei mangimi a base di cereali (+10,2%). Stabili infine le vendite estere di farina di grano tenero.