Tra le varietà da consumo interno (gruppo Lunghi A), particolarmente accentuata la flessione fatta segnare dal risone Baldo, i cui valori all’ingrosso si sono praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno (-49,7% ad aprile sulla piazza di Pavia Mortara). Ribasso simile (-49,6%) anche per il risone S.Andrea mentre sostanzialmente in linea con lo scorso anno sono risultati i prezzi del Carnaroli (-1,7%), grazie anche alla crescita mensile osservata ad aprile. Unico segno “più” nel confronto con il 2015 si è rilevato per il risone Arborio Volano il cui prezzo ad aprile è stato più alto del 6,5% rispetto a dodici mesi prima.
Sul fronte del commercio estero, i dati relativi agli scambi di riso nel primo bimestre del 2016 mostrano per l’Italia, da un lato, la crescita delle importazioni e, dall’altro, il contemporaneo calo delle esportazioni. Rispetto al 2015 sono diminuite, in particolare, le spedizioni di risone verso i principali partner europei (Francia in primis) e, per il riso semilavorato e lavorato, quelle dirette verso Turchia (-68% in quantità), Francia (-4%) e Germania (-29%).
Nel complesso, l’export italiano di riso lavorato si è ridotto nel primo bimestre dell’anno del 18% rispetto al 2015. Dal lato delle importazioni, il balzo registrato per i quantitativi importati di risone, quintuplicati rispetto al primo bimestre 2015, è dipeso quasi esclusivamente dagli arrivi di risone proveniente dalla Guyana, conseguenza degli accordi a dazio zero stipulati dall’Unione europea. Praticamente raddoppiati, invece, gli acquisti di riso lavorato estero (+82% su base annua), trainato dal boom dell’import dalla Cambogia e dal forte incremento degli arrivi di prodotto dall’India (+25%) e dalla Thailandia (+54%).
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