L'oidio è un fungo che si sviluppa a scapito di tutti i tessuti erbacei della vite. A differenza della peronospora il suo ciclo biologico è slegato dalla presenza di acqua e in parte dalla temperatura atmosferica, riuscendo a crescere anche ad inizio stagione, quando le temperature sono basse, come nel mese di agosto, quando invece possono essere estremamente alte. Per le sue caratteristiche biologiche l'oidio rappresenta dunque una seria minaccia per tutti gli areali del Sud Italia e per le aree collinari del Centro Nord.

Se non controllato, l'oidio può arrecare seri danni alle produzioni a livello quantitativo, sviluppandosi a scapito delle bacche. Ma anche se la sua presenza in campo è modesta l'attività del fungo modifica la composizione degli acini abbassando la qualità di mosti e vini.

La difesa dall'oidio rappresenta quindi una pietra angolare nelle strategie fungicide di quei vigneti situati in zone favorevoli al micete, come le colline del Friuli, dove lo scorso anno l'azienda vitivinicola Castello di Spessa, a Capriva del Friuli (Go), ha testato l'impiego di Sonata, un antioidico di origine biologica a base di Bacillus pumilus (ceppo QST 2808).


Sonata, la difesa antioidica si fa naturale

Sonata è un fungicida di origine biologica a base di Bacillus pumilus, un batterio presente comunemente in natura di cui è stato isolato dai ricercatori Bayer il ceppo QST 2808. Un ceppo che ha dimostrato spiccate caratteristiche antioidiche.

Il prodotto deve essere impiegato in strategie preventive e la sua efficacia si basa su tre modalità d'azione. Bacillus pumilus produce dei composti (amminozuccheri) che bloccano gli enzimi responsabili della formazione della parete cellulare del fungo, uccidendolo. Inoltre le spore formano una barriera fisica sulle superfici vegetali, impedendo all'oidio di insediarsi sui tessuti della vite. Infine Sonata stimola la pianta a produrre acido jasmonico, un composto che induce reazioni di difesa dagli attacchi di microrganismi patogeni.
 
"Durante il periodo dei trattamenti adottiamo una linea di difesa integrata con due occhi di riguardo per quanto riguarda il rispetto ambientale. Per questo nel 2020 abbiamo testato volentieri Sonata sui nostri vigneti e l'esperienza è stata estremamente positiva", racconta Ivan Culot, agronomo del Castello di Spessa che segue i 100 ettari vitati dell'azienda, una parte nel comune di Capriva del Friuli, in piena Doc Collio, e una nel comune di Cormons, in località Boatina, nella Doc Isonzo.
 

"Abbiamo impiegato il prodotto per difendere la vite dall'oidio con due trattamenti a fine stagione, quando le temperature erano molto elevate e si sfioravano i 39°C. La difesa è stata efficace e il prodotto non ha causato alcuna fitotossicità, problema che invece può presentarsi quando si utilizza lo zolfo", sottolinea Culot.

L'efficacia di Sonata non è legata alla temperatura. Può essere infatti impiegato ad inizio stagione, quando le temperature sono basse e lo zolfo fatica a sublimare, come in piena estate, quando invece la colonnina di mercurio, complici i cambiamenti climatici, può toccare livelli elevati.

Grazie alla sua origine biologica Sonata non lascia alcun residuo normato sulle uve, non è irritante per l'operatore, è inodore e ha dei tempi di carenza e di rientro nulli. Inoltre può essere miscelato con i principali agrofarmaci sul mercato, compresi quelli a base di rame.

Sonata è un fungicida estremamente versatile che può essere impiegato in qualunque stadio fenologico della vite
Sonata è un fungicida estremamente versatile che può essere impiegato in qualunque stadio fenologico della vite

Sonata rappresenta un importante strumento di difesa per le aziende biologiche che contro l'oidio hanno a disposizione pochissimi strumenti. Mentre è un valido prodotto da inserire in una strategia di difesa integrata, che Sonata può rendere maggiormente sostenibile sia a livello ambientale che sul fronte dei residui.

"Non tutti i prodotti naturali sono davvero rispettosi degli insetti utili", afferma Culot. "Mentre Sonata lo è al 100%. Lo dimostra il fatto che qui in azienda abbiamo delle arnie di api che non hanno risentito in alcun modo dell'impiego del prodotto".

Da impiegare alla dose di etichetta di 5 litri/ettaro per un massimo di sei trattamenti l'anno, Sonata è perfettamente selettivo nei confronti di api e impollinatori, nonché di insetti utili in vigneto come Anagyrus pseudococci.


Sonata, difesa senza retrogusti

Sonata è un agrofarmaco che non lascia residui sulle uve e questo si ripercuote favorevolmente anche in fase di vinificazione, in quanto non interferisce né con le cinetiche di fermentazione né con lo sviluppo della componente aromatica.
 

"La nostra è un'azienda che produce soprattutto vini bianchi, anche se facciamo pure ottimi rossi", racconta Pier Paolo Brandolin, enologo del Castello di Spessa. "Tra i nostri vitigni bianchi aromatici troviamo il Pinot grigio, il Sauvignon e lo Chardonnay. In queste varietà ricerchiamo la massima espressione aromatica, oltre che una buona persistenza al gusto. Per questo motivo uno dei nostri obiettivi è quello di portare in cantina uve perfettamente sane, in modo da poter poi valorizzare in fase di vinificazione tutti gli aspetti aromatici".

Le prove fatte nel 2020 con Sonata per la difesa delle viti dall'oidio hanno ottenuto i risultati sperati. "I vini erano molto puliti ed espressivi al naso. Siamo stati soddisfatti perché l'impatto di sostanze come rame e zolfo possono abbassare nettamente la soglia della percezione aromatica di determinate sostanze".