"Proseguiamo a ritmo serrato e in maniera capillare, senza abbassare la guardia, le attività di controllo, tracciabilità e contrasto alla contraffazione sui prodotti agroalimentari in import/export in Sicilia, a tutela delle produzioni locali di qualità e della salute dei consumatori".
Lo ha dichiarato il 23 luglio scorso in una nota l'assessore per l'Agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera, a conclusione delle operazioni effettuate dal Servizio fitosanitario dell'assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, che ha intercettato e respinto due container di limoni, provenienti dall'Argentina, infestati da Citrus black spot (Phyllosticta citricarpa), presso il porto di Catania.

"Abbiamo corso il rischio di importare un pericoloso parassita – aggiunge Bandiera - che, qualora si fosse insediato nel nostro territorio, avrebbe causato danni incalcolabili all'economia siciliana e all'immagine della nostra agrumicoltura di qualità, apprezzata in tutto il mondo".

La partita di limoni, precisa l'assessore, è stata respinta e restituita al mittente, come previsto dalle norme vigenti in materia. "Un plauso va certamente a tutti gli organismi intervenuti, dal Servizio fitosanitario regionale, all'Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale, con cui è stata condotta l'operazione, in collaborazione con il Nucleo operativo regionale agroalimentare Sicilia – afferma Bandiera - per avere condotto un'operazione a tutela del nostro territorio, delle produzioni, dei produttori e dei consumatori siciliani".

La giunta guidata da Lello Musumeci, fin dal suo insediamento, attraverso una task force costituita ad hoc, ha dato grande impulso all'attività di controllo e tracciabilità dei prodotti agroalimentari in import/export, in Sicilia, presso porti, aeroporti, grande distribuzione organizzata, mercati all'ingrosso e magazzini. Basti pensare che sono stati ben 4.581 i controlli effettuati, circa 24 mila le analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati sulle merci in entrata, in campo e a destinazione; 200 le intercettazioni di vegetali e prodotti vegetali, non conformi alla vigente normativa europea, in materia di barriere fitosanitarie.


Agrinsieme, servono misure di salvaguarda

Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ringrazia le autorità competenti per il pronto e tempestivo intervento effettuato nelle scorse ore al porto di Catania, grazie al quale è stato impedito l'accesso nel nostro Paese a due container provenienti dall'Argentina e contenenti limoni contaminati dalla fitopatia del cosiddetto Citrus Black Spot-CBS, meglio conosciuta come "macchia nera degli agrumi".

"Grazie al Servizio fitosanitario in capo all'assessorato all'Agricoltura della Regione Siciliana è stato scongiurato l'ingresso in Italia di una terribile fitopatia, dalla quale il continente europeo è al momento indenne", sottolinea Agrinsieme, che da anni si batte per far comprendere l'enorme pericolosità della malattia e che ringrazia gli enti preposti per lo sventato pericolo.

"Una fitopatia del genere, se si diffondesse nel nostro Paese, metterebbe in serio pericolo l'intero comparto agrumicolo nazionale e, di conseguenza, quello europeo; non bisogna dimenticare, infatti, che l'Italia è il secondo produttore comunitario di agrumi dopo la Spagna e che, grazie agli ingenti investimenti effettuati negli anni dalle imprese e dalle cooperative agricole, vanta numerose produzioni di eccellenza che sono un vero e proprio vanto del Made in Italy nel mondo", prosegue il Coordinamento.

"Il pericolo è che tutti gli sforzi degli agrumicoltori, i quali stanno ancora facendo i conti con il virus della tristeza, vengano vanificati dall'ingresso della macchia nera degli agrumi nel nostro Paese", conclude Agrinsieme, rimarcando l'importanza di stabilire delle misure di rapida ed efficace applicazione che permettano di garantire il patrimonio agrumicolo nazionale, salvaguardando al contempo il territorio e le eccellenze italiane, prevedendo ad esempio l'introduzione di un limite di intercettazioni oltre il quale le importazioni vengano bloccate.