"Accelerare la modifica della norma comunitaria che vieta l’introduzione dell’antagonista naturale scoperto in Cina, partendo subito con la sperimentazione: è l’ultima chance" auspica il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Gianni Tosi. La soluzione in grado di contrastare la specie invasiva potrebbe essere, infatti, il Trissolcus halyomorphae, un imenottero parassitoide della famiglia Scelionidae, già importato in Svizzera e negli Stati Uniti, che deposita le proprie uova in quelle della cimice e, quando le larve della vespa nera si sviluppano, uccidono le uova dell’insetto asiatico.
"I produttori di pere sono in ginocchio e adesso - si legge nella nota dell'organizzazione agricola - la cimice asiatica colpisce anche le pesche. Per contrastarla si è fatto di tutto e di più, con conseguente innalzamento dei costi di produzione ma non esiste una strategia di difesa efficace. I frutteti dell’Emilia-Romagna sono tra i più esposti in Italia, insieme al basso Veneto e al Piemonte". Mentre gli esperti avvertono: "Si espande a macchia d’olio, guadagnando 15-20 chilometri all’anno". Il miglior mezzo di diffusione? "Siamo noi stessi perché sale sui camion e i mezzi di trasporto".
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