Il cannabidiolo (Cbd), principio attivo non psicotropo estraibile dai fiori della Cannabis sativa ad uso dell'industria farmaceutica, può essere l'elemento che rende interessante per l'agricoltore coltivare questa pianta, a patto che all'interno della filiera agricola - inclusa una prima trasformazione dell'essenza - ci si attenga alle norme in vigore: limitandosi alla produzione di una base per l'industria farmaceutica; toccherà successivamente a quest'ultima l'estrazione del principio attivo. È questa la lezione che si ricava dalla storia recente del Consorzio tra cooperative Bio Hemp Farming di Borgo Tressanti a Cerignola, in provincia di Foggia, che nei giorni scorsi ha inaugurato il nuovo impianto di prima trasformazione del fiore di canapa per criogenesi e che per la raccolta della pianta ha ideato e auto costruito una apposita macchina agricola.
Numerose le personalità intervenute all'inaugurazione. Tra queste si segnalano Filippo Gallinella e Giuseppe L'Abbate, rispettivamente presidente ed esponente M5s in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati. "La produzione di Cbd - hanno dichiarato Gallinella e L'Abbate - è al centro della ricerca scientifica per il suo utilizzo in diverse patologie e può alleviare, in parte, i problemi che affliggono i pazienti italiani nell'attesa che vengano presto emanati i bandi per la produzione di canapa per Thc”.
"L'agricoltura nazionale - hanno infine affermato - esplora questo nuovo mercato legale su cui si potrà investire anche grazie ai fondi che abbiamo messo a disposizione per le cosiddette filiere minori nella Legge di Bilancio 2021, di cui 3 milioni di euro esclusivamente alla canapicoltura”.
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AgroNotizie ha parlato di questa esperienza con uno dei diretti interessati: Lio Lo Conte, vicepresidente del Consorzio Bio Hemp Farming e presidente della Cooperativa Palma D'oro.
Da dove siete partiti e come mai la canapa?
"La Coop Palma D'oro associa 55 imprese agricole originariamente impegnate nella produzione di ortaggi, in particolare pomodoro da industria e frutta, ma nel 2020 abbiamo diversificato e inaugurato il primo impianto industriale per la trasformazione industriale della canapa: dal riutilizzo del canapulo fino all'estrazione di fibra. Ma ci siamo resi conto che per rendere conveniente la coltivazione della pianta occorreva poter recuperare il fiore, così il 14 febbraio 2021 abbiamo ottenuto dal Ministero della Salute, Ufficio Stupefacenti, l'autorizzazione ad utilizzare il fiore della Cannabis sativa per ottenere il Cbd".
Estraete in proprio il Cbd dai fiori di canapa?
"No, abbiamo da subito puntato all'essiccazione del fiore da cedere alle officine autorizzate all'estrazione di Cbd, che in Italia sono solo due e si trovano in Lombardia e Toscana. Ci siamo resi conto che c'era convenienza perché puntare su un semilavorato consente di stare su un protocollo agronomico di prima trasformazione, che pur tuttavia deve essere autorizzato ai sensi della Legge 309/1990 - Testo Unico sugli Stupefacenti - dal Ministero della Salute e nel rispetto del massimale di Thc dello 0,2% consentito dalla Legge sulla Canapa Industriale, la 242/2016. L'impianto di criogenesi appena inaugurato consente in più di ottenere l'effetto dell'essiccazione mediante il freddo, così da recuperare tutto il fiore disponibile per l'estrazione. Si tratta del primo impianto di lavorazione in funzione di questo tipo".
Un momento della raccolta della canapa
(Fonte foto: Consorzio Bio Hemp Farming)
Bene, ma chi ci guadagna e come, il Consorzio da chi è composto?
"Il Consorzio, oltre alla Cooperativa agricola da me presieduta, è composto dalla Cooperativa Bio Hamp Trade, la commerciale che ci consente poi di piazzare la base ottenuta dai fiori, ma anche altri prodotti della canapa. Nel 2021 ben trenta tra le nostre imprese agricole e per 300 ettari hanno deciso di diversificare sulla canapa, anche potendo inserire la pianta in rotazione con i cereali. I contratti di coltivazione, stilati sulla base di un vero e proprio accordo di filiera, consentono prezzi di cessione della pianta di canapa alla prima trasformazione da 40 a 50 euro al quintale. Non sappiamo ancora quali saranno gli impegni per la semina 2022 e ci auguriamo di incrementarli".
Quali sono gli oneri dell'agricoltore?
"L'agricoltore ha l'onere di seminare con una seminatrice pneumatica secondo nostre indicazioni, stiamo lavorando esclusivamente con varietà monoiche, in gran prevalenza con Futura 75, ma stiamo anche testando Felina e Fedora. Questo perché vogliamo aiutare gli agricoltori a coltivare sia in irriguo che in asciutta, viste le variabili condizioni dei nostri terreni, non sempre raggiunti dal servizio irriguo, testando varietà diverse e da questo punto di vista la sperimentazione è ancora in atto. Per la raccolta invece ci pensa il Consorzio, con una macchina specializzata per la raccolta messa a punto da noi".