Per le 5mila aziende produttrici di pere in Emilia-Romagna il raccolto è compromesso, si legge nella nota dell'organizzazione agricola che sottolinea inoltre ripercussioni sulla qualità del prodotto.
Nelle province di Ferrara, Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ravenna, si coltiva il 70% della produzione italiana, scrive la Confagricoltura regionale, e il 90% circa delle pere Abate Fetel, varietà che forse quest'anno sarà difficile da reperire sui banchi del supermercato.
Rese che non coprono i costi
Le rese del pero registrate in regione negli ultimi dieci anni sono troppo basse per coprire i costi di produzione, dice il presidente della sezione frutticola regionale, Marco Piccinini, e fa il punto: "Il sistema produttivo non si sostiene economicamente, la redditività del pero è minata dalla staticità dei prezzi al produttore e dall'aumento incontrollato dei costi di produzione, per effetto sia dei cambiamenti climatici (fenomeni atmosferici estremi e maggiore virulenza degli agenti patogeni) che della globalizzazione (proliferazione incontrollata di nuovi insetti parassiti)".L'aiuto delle nuove tecnologie
E' quindi necessario secondo Piccinini "Investire in ricerca e dare il via libera all'uso delle nuove tecniche di miglioramento genetico-varietale – le New breeding techniques come cisgenesi e genome editing -, per ottenere impianti resilienti, capaci di contrastare gli stress climatici, e più resistenti alle malattie. È infatti impossibile garantire la difesa delle produzioni con una minore immissione sul mercato di fitofarmaci e al contempo una riduzione per revoche di prodotti fitosanitari".Anche per il presidente di Cia-Agricoltori italiani dell'Emilia Romagna, Cristiano Fini: "Occorre premere l'acceleratore sull'introduzione di queste nuove tecnologie per individuare varietà resistenti a nuove patologie e cambiamenti climatici" che accoglie favorevolmente la prossima apertura di un nuovo bando da parte della Regione Emilia-Romagna per finanziare impianti di difesa attiva delle colture come gli antibrina basati sulla distribuzione continua di acqua, consentendo a più imprese frutticole di proteggere i raccolti.
Secondo Fini è inoltre indispensabile che nel prossimo decreto Sostegni vengano stanziate risorse a favore di tutti i frutticoltori colpiti dalle gelate che non hanno risparmiato nessuno in Emilia Romagna. "Chiediamo - prosegue Fini - l'estensione della moratoria sui mutui almeno fino alla fine dell'anno, per dare un minimo di respiro alle imprese".
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Fonte: Agronotizie